Detta così sembrerebbe una cosa alla Valditara, il Ministro del Merito, invece è una superficialità tutta siciliana. L’ammissione all’Università di Palermo per tutta una serie di corsi di laurea verrà realizzata tramite clickday. Non sono bastate tutte le prove fallimentari di questo metodo dall’INPS ai click per i concorsi. Ora ci insiste pure il luogo in cui il Merito dovrebbe essere la regola aurea. Invece della formazione e della cultura l’ateneo palermitano insegue dei novelli Clint Eastwood del mouse con l’indice veloce.
Cadono le braccia e si giustificano le fughe da Palermo, 50.000 giovani se ne sono andati in questi dieci anni, se il criterio dell’istituzione culturale per eccellenza è il dito. I ragazzi che non ci stanno a questa debacle culturale vanno a studiare da altre parti, presentando all’ateneo un altro dito, più mediano. Tutto questo in un Paese che col Covid si è trovato spiazzato su alcune risorse, e che da anni è quello a più basso numero di laureati in Europa. Al di là del diritto allo studio, in una Costituzione negata ormai, che era un diritto universale, non ci si rende conto che le procedure di selezione all’università sono la morte di queste istituzioni. L’università deve essere il filtro di selezione, non il tappo all’ingresso. Deve comunque fornire strumenti culturali anche a chi non ce la fa, o ci mette più tempo. Saranno poi altri filtri a dare un giudizio di merito. Facciamo selezioni per cosa? Per importare medici ed infermieri da paesi che non hanno filtri all’ingresso?
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Il pianeta istruzione da anni ha perso la bussola inseguendo riforme sempre più inutili e confermando di essere un mondo per chi ci lavora e non per chi ci studia. Inseguendo un falso efficientismo, in un sistema ibrido ed ipocrita, stiamo scimmiottando in peggio gli anglosassoni, che efficienti almeno lo sono.
Altre università hanno ormai datati e sterili sistemi di selezione, ma scegliere il dito va bene per una selezione di addetto alla friggitrice di McDonald’s, o di stiratrice col Merito, ma quello è un appretto.