L’identità della Buona Destra: il nostro manifesto per affrontare le sfide della modernità

Buona Destra il prossimo 26 Settembre compirà 3 anni. Il movimento politico fondato da Filippo Rossi esiste, cresce e attira sempre di più l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media. Perché avviene questo? Perché sin dal principio la Buona Destra si è data un’identità precisa, forte e non negoziabile, anche attraverso un manifesto di valori che costituisce la carta di identità del Movimento steso e un punto di riferimento costante della sua azione politica.

Oggi, dopo questi anni difficili, possiamo dire che la buona Destra è sulla strada giusta. Possiamo affermare che val la pena continuare a dar seguito a quella scintilla iniziale accesa dal libro “Dalla Parte di Jekyll. Manifesto per una Buona Destra” scritto nel 2019 da Filippo Rossi e che si sta traducendo in un’attività politica, nazionale e locale, ispirata dalla voglia di costruire futuro e di regalare all’Italia una più ampia visione della propria grandezza: non con gli occhi voltati indietro ad ammirare il proprio prestigioso passato ma con lo sguardo proiettato oltre l’orizzonte dell’eterno presente in cui viviamo. Un’Italia non più sola, ma fortemente inserita in una cornice europea da implementare e da trasformare nel sogno degli Stati Uniti d’Europa.

1) La Pandemia prima e la violenta, illegittima e disumana aggressione dell’Ucraina da parte del criminale Putin poi, stanno lì a dirci che, oggi più che mai, la destra o è europea o non è. Ecco perché il primo punto di questo Manifesto ideale non può che essere proprio la costruzione degli Stati Uniti d’Europa, il sorgere di un nuovo patriottismo europeo che sappia uscire dalle logiche sterili del nazionalismo fine a se stesso e che abbia il coraggio di costruire una identità e una cittadinanza comune come unica via in grado di garantire l’effettiva parità tra i cittadini europei. Per dar vita così a quell’unità politica, sociale, fiscale e militare di cui c’è così tanto bisogno.
Solo all’interno di un sistema di relazioni internazionali fortemente agganciate all’orizzonte comunitario, l’Italia può giocare il ruolo che le compete nelle varie aree del mondo, a partire dal Mediterraneo, dove deve riprendersi il ruolo da protagonista che ha sempre esercitato. È convinzione della Buona Destra che di fronte all’impero russo, a quello cinese e agli USA, l’ipotesi di chiudersi nello Stato Nazione o nella Confederazione europea (che altro non è che un diverso modo per essere antieuropeisti) sia del tutto velleitaria. In relazione alla barbara guerra innescata da Vladimir Putin e al profilarsi di un Nuovo Ordine Mondiale fondato su una nuova contrapposizione est-ovest del mondo, poi, solo gli Stati Uniti d’Europa a matrice federalista, indipendenti ma alleati degli USA, possono garantire pace e sviluppo nel continente.

2) Al contempo, però, non vi possono essere pace e sviluppo se al suo interno l’Europa non riesca a difendere e a promuovere la difesa della libertà individuale come valore fondante, secondo l’insegnamento della grande tradizione della democrazia liberale a cui Buona Destra si ispira. Perciò ben vengano le procedure sanzionatorie avverso quei Paesi che quelle libertà negano senza pudore come ad esempio,l’Ungheria di Orban. Parimenti, se la libertà è un valore identificativo dell’Occidente e dell’Europa, esso non può tradursi nell’esaltazione della volontà individuale in assenza di qualsiasi vincolo o regola sociale. Ecco perché in questo Manifesto ideale la libertà deve declinata come esercizio responsabile della propria autodeterminazione individuale in armonia con i doveri pubblici nati dalla coesistenza sociale e dal perseguimento del bene comune. Non vi è libertà se non c’è responsabilità. Durante la pandemia da Covid 19 che ha funestato gli ultimi anni Buona Destra è stata fautrice di un’assunzione di responsabilità collettiva appoggiando le misure di contenimento del virus, portando avanti una battaglia culturale a favore della campagna di vaccinazione e accettando di buon grado la necessità del green pass, che, al netto della propaganda, ha consentito la riduzione del danno pandemico ed evitato che il Paese ripiombasse in un ulteriore lockdown, che si sarebbe rivelato fatale per la tenuta economica e sociale dell’Italia. La Buona Destra, infatti, anche in quelle drammatiche circostanze è rimasta fedele al proprio impegno “dire la verità”, anche quando questa comporta dei sacrifici. Mentre altri, Lega, Fratelli d’Italia e larghe porzioni del Movimento 5 Stelle, inseguivano, a colpi di like e di followers, i no mask prima e i no green pass poi, Buona Destra teneva ferma la rotta del bilanciamento tra libertà e responsabilità, ben consapevole delle limitazioni ma altrettanto conscia che quella fosse l’unica via per uscire il prima possibile dalla pandemia e recuperare la normalità.

3) Come ogni serio partito di destra liberale, Buona Destra, nel solco della difesa della libertà del singolo contro le ingerenze di Stato o enti genericamente collettivi, tutela e valorizza le differenze individuali quale patrimonio specifico della persona umana con il suo portato di diritti e doveri, senza distinzione di sesso, etnia, condizione sociale, convinzione politica, identità di genere, e nient’altro che non sia il merito personale e che deve essere sempre più valorizzato, a partire dal sistema scolastico e universitario. Ecco perché, a suo tempo, Buona Destra ha appoggiato la battaglia sul DDL Zan che, per quanto imperfetto, stabiliva una linea di tutela per le persone LGBT e diversamente abili, andando a punire in modo specifico quelle condotte penali aggravate da quell’odioso pregiudizio. Buona Destra crede, infatti, nella complessità del mondo e nella sua continua trasformazione che va governata senza paura del nuovo e del “diverso”.

4) Perché Buona Destra è coraggio! E’ il non scappare di fronte alla sfida ma accettarla in profondità, a costo di apparire impopolari nel breve periodo per ottenere risultati nel medio e nel lungo. Una buona politica prescinde dai like sui social; pur non sottovalutando le pulsioni profonde che agitano l’elettorato, cerca di dare risposte serie razionali e pragmatiche senza cavalcare le paure, le frustrazioni e la rabbia di ciascuno di noi. Il momento storico è assai difficile e richiede serietà, competenza, passione e volontà di fare per questo Paese che ha davanti a sé parecchie sfide da vincere. A partire dalla ripresa economica che, dopo, questi anni è divenuto un imperativo categorico. Oggi più che mai è necessario un ripensamento integrale del sistema economico sconquassato dalla pandemia e dalla guerra criminale di Putin. E’ necessario, pertanto, creare nuova ricchezza senza la quale non vi è nulla da redistribuire (come vorrebbe la sinistra) e per farlo si rende indispensabile un piano di investimenti pubblici e privati in una cornice di rinnovata politica industriale che possa portare sviluppo. E, laddove necessario, anche una corretta gestione della spesa pubblica che deve essere produttiva e non sterile fardello a carico del bilancio dello Stato, il cui prezzo verrà poi inevitabilmente pagato dalle fasce più deboli della popolazione, fra cui le classi medie che negli ultimi decenni stanno subendo un processo di progressivo impoverimento. In altre parole, Buona Destra dice NO alla spesa pubblica che si traduce in provvedimenti meramente assistenzialistici con finalità populisticamente elettorali, come quota 100 e Reddito di Cittadinanza. Peraltro, in questi giorni, è appena arrivata la prima tranche del Recovery Fund, pari a circa 21 miliardi di euro, che costituisce la prima tappa degli aiuti europei post covid. L’Italia dovrà essere brava e saggia a saper spendere queste risorse. In attuazione del PNRR è, infatti, necessario avviare una serie di riforme strutturali che possano garantire maggiore competitività del sistema paese, unitamente a un programma integrato di opere pubbliche infrastrutturali (anche digitali) che possano finalmente completare l’Unità d’Italia mettendo allo stesso livello il nord e il sud. Inoltre, diventa necessario promuovere ingenti investimenti pubblici e privati per svecchiare il sistema produttivo e renderlo competitivo con i Paesi più sviluppati. Così come si rende improrogabile una vera e propria rivoluzione del sistema fiscale che conduca un generalizzato abbassamento della pressione delle tasse ma che sia sostenibile per il bilancio dello Stato senza sfociare in provvedimenti spot (come ad es. la flat tax) da finanziare a deficit. D’altro canto, serve una lotta senza quartiere all’evasione, che non può limitarsi solo al lato punitivo senza prevedere l’adozione di serie misure preventive, come peraltro, il Governo Draghi pare intenzionato a fare vista la limitazione del contante e le prime multe per chi non possiede pos, a partire dal prossimo giugno.

5) Buona Destra è a favore di una maggiore indipendenza energetica, oggi più che mai, visto che l’infame guerra di Putin sta comportando contraccolpi assai pesanti con ricadute economiche a danno di famiglie e imprese, già messe a dura prova dalla pandemia. Non è più il tempo di No Tav, No Tap, No Triv, ma occorre essere coraggiosi nell’individuare nuove modalità e nuove fonti di approvvigionamento energetico, compresa l’adozione del nucleare di ultima generazione. Non ci si può più sottrarre alla sfida dell’innovazione tecnologica, che sappia coniugare il rilancio economico del Paese con la tutela della salute e dell’ambiente in un circolo virtuoso di sviluppo e rispetto per le persone e per l’ambiente. Un sistema economico che funzioni, tuttavia, non si può reggere se non pone al suo centro anche la tutela del lavoratore, la cui salute e sicurezza sul luogo di lavoro è non solo un dovere morale, ma anche un investimento per le aziende. Innanzi a numeri da bollettino di guerra, non si riesce ad andare oltre generici slogan e soluzioni poco efficaci. Per questo Buona Destra ritiene che la cultura della sicurezza sui cantieri debba passare attraverso una visione cooperativa e sinergica tra imprese, sindacati e pubblici poteri che debbono smettere di guardarsi come avversari irriducibili in un anacronistico conflitto di classe, ma che si percepiscano alleati in una battaglia comune per l’implementazione di un sistema di prevenzione efficiente ed efficace. Anche sul fronte dei controlli, occorre andare oltre una visione meramente formalistica e burocratica degli stessi per renderli adeguati e incisivi.

6) Buona Destra è consapevole che per affrontare tutto questo sarebbe necessaria una politica non autoreferenziale, ma che sappia decidere e anche velocemente. Perciò è consapevole della necessità di procedere anche a riforme strutturali dell’impianto globale del Paese a partire dall’assetto costituzionale e della forma di governo. Per questo ritiene essenziale una riforma dello Stato in senso presidenziale e di un Parlamento costituito da Camera bassa e Senato delle Regioni, eletto con sistema proporzionale a soglia di sbarramento, con competenze diverse, superando il bicarmeralismo paritario che rallenta a dismisura il processo legislativo.

7) Ma una riforma dell’architettura statale senza una contemporanea riforma della pubblica amministrazione sarebbe una mera illusione e per questo Buona Destra è assolutamente favorevole a riforme di ampio respiro in quel campo, con progressiva digitalizzazione degli uffici pubblici, meccanismi di trasparenza nell’azione amministrativa ispirata ai principi di efficienza ed efficacia e rapidità della decisione.

8) Un sistema ingessato è disfunzionale e si traduce in scarsa fiducia degli investitori oltre che dei cittadini medesimi. Ciò si rende evidente nel campo della giustizia penale e civile, la cui attuale situazione è disastrosa. Processi lunghi e incerti, violazione dei diritti dell’imputato e impossibilità di ottenere giustizia per le vittime sono purtroppo patologie che affliggono il sistema italiano. Perciò si rende necessaria una riforma complessiva e organica del comparto giustizia, non limitata a provvedimenti spot e di corto respiro che paralizzano ancora di più l’azione degli operatori del diritto. Buona Destra crede intanto nella necessità di forti investimenti con assunzione di personale (magistrati e addetti alla cancelleria), e poi nell’opportunità di riforma dei sistemi processuali. In particolare, Buona Destra si ispira al processo liberale anglosassone in cui accusa e difesa si confrontino su un piano di perfetta parità di fronte a un giudice che sia realmente terzo e in cui l’efficienza del sistema non vada a scapito delle garanzie del singolo. Buona Destra crede in una magistratura forte e indipendente, ma la contempo non autoreferenziale e slegata da ogni vincolo. Ecco perché il Movimenti per la Buona Destra vede nella riforma Cartabia un tentativo importante, per quanto non completamente sufficiente, di porre rimedio a storture che caratterizzano l’apparato giudiziario e processuale italiano da decenni, confidando al tempo stesso nell’esito positivo dei prossimi referendum.