Come nel trono di spade la regina di Castel Chigi, affaccendata da beghe domestiche, problemi di salvataggio dei conti e baby gang, compreso Salvini, non ha compreso che l’Inverno come sempre stava arrivando a cancellare l’estate meloniana.
L’Occidente di cui l’Italia è ruotino di scorta, nonostante immaginasse ruoli di regia e ribaltamento, torna sempre. Come torna il suo Eterno, Mario Draghi, il Massimo Decimo Meridio de noantri, il gladiatore romano difensore dell’impero, generale delle legioni del Nord. Ursula von der Leyen lo ha richiamato. Dobbiamo fermare i bricconi dei BRICS. Troppo aggressivi, ci stanno assediando, da Est in Ucraina e da Sud nell’Africa subsahariana, prima di sferrare l’attacco da Suez. Gli apprendisti stregoni americani gli hanno bloccato lo sviluppo della Via della Seta. Biden chiama Meloni risponde. Ma ora l’Europa, che non ha certo la flessibilità economica americana, ha un grave problema. È lenta, frenata da economie provinciali, e soprattutto poco competitiva. Ha problemi demografici che influiscono pesantemente sulla working class, problemi di istruzione ed innovazione, carenze di manodopera a basso costo, pochi laureati, player troppo piccoli per gareggiare con i colossi asiatici ed Elon Musk. Basti pensare che la prima società europea per capitalizzazione di borsa è una danese che produce un farmaco contro il diabete usato invece per l’obesità. In questo c’è tutto, ipocrisia, grasso, in specie neuronale, lentezza.
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Ursula vuole che il Drago Targaryen Mario studi il modo per farci tornare competitivi, se no rischiamo non il PIL ma l’estinzione dell’impero. Mario Draghi ritorna e l’Italia ridiventa, rispetto agli scenari mondiali, subito piccola e provinciale. Meloni ha già capito, addio restaurazione conservatrice dell’Europa, Il Popolare Weber gli ha dato la sola, non poteva fare altrimenti con una Germania in recessione, ed il sogno della tenace Meloni è svanito. Quello che non capiscono gli italiani è che il mondo da sempre viene gestito dall’economia, dai tempi in cui il sale era moneta, e non da meccanismi di palazzo o da piccole masse di voto nell’indifferenza e nell’astensionismo generale. E noi di moneta ne abbiamo poca o nulla, di debito tanto, tutto il resto è noia da talk-show.