Legittima difesa e armi a Kiev sono due cose diverse: il paragone tra un furto in casa e l’invasione russa non sta in piedi per Mario Giordano. «Dicono che se uno ha sostenuto il diritto alla legittima difesa deve per forza sostenere anche la decisione di inviare armi all’Ucraina. Fateci caso: è uno degli argomenti più usati nei dibattiti televisivi e nei talk», l’osservazione del giornalista. Veniamo ora al suo «ragionamento sensato». Anche se in tutta sincerità non si è capito, leggendo il suo ultimo articolo, quale sia la sua posizione in merito alla resistenza del popolo ucraino. Dovrebbe soccombere? Arrendersi ai soprusi di Putin? L’avete notato? Quando si tratta di parlare del conflitto a Kiev, non pochi preferiscono la tonalità ‘comoda’ del grigio, che non è né bianco né nero; prediligono restare nell’ambiguo o trincerarsi dietro il silenzio.
«Se stanotte qualcuno entrasse a casa mia per derubarmi io non so come reagirei. Forse, preso dal panico, afferrerei un coltello o un soprammobile e proverei a spaccarlo in testa al delinquente. Se succedesse, ecco vorrei che lo Stato non mi processasse per avergli fatto del male. Non vorrei passare per colpevole insomma, dal momento che se lui entra a casa mia io sono la vittima. Di qui il mio convinto sostegno alla legittima difesa», scrive Giordano. Poi il conduttore di «Fuori dal Coro» aggiunge: ma fino a che punto è davvero utile difendersi? «Se un ladro entra in casa mia il modo migliore di reagire è aprire un conflitto? Sfidarlo con un coltello o con un’altra arma? Io penso di no. Penso che se un ladro stanotte entrasse in casa mia, la cosa più ragionevole che potrebbe fare sarebbe quella di riporre in angolo il mio orgoglio e il mio spirito guerriero per pensare prima di tutto a mettere al sicuro la mia vita e soprattutto quella dei miei cari».
Avete già capito, immagino: gradualmente il discorso di Giordano è scivolato sul terreno del “vale di più la vita o la libertà”? Ma non sono ambedue valori decisivi per l’esistenza di ognuno di noi? La resistenza del popolo ucraino non è un desiderio di morte, ma di vita. Lo capiranno mai tutti i pacifisti, sovranisti e populisti? Perché se non è libera la nostra vita non è umana. Ricordate i versi di Dante nel Purgatorio? «Or ti piaccia gradir la sua venuta: / libertà va cercando, ch’è sì cara / come sa chi per lei vita rifiuta».