La solfa è sempre la stessa: la colpa della guerra in Ucraina è della Nato cattiva che vuole espandersi in territori che, a suo avviso, sono di diritto dello zar del Cremlino, anche se hanno confini propri e governi democraticamente eletti. E chissenefrega del genocidio, delle fosse comuni, delle torture, degli stupri, delle esecuzioni e delle nefandezze dei russi sui civili ucraini, in fondo “ai bambini piace stare sotto una dittatura”, no? Si riassume così l’ennesimo, indecente, show televisivo pro Putin del professor Alessandro Orsini, che ieri sera ospite di Corrado Formigli a Piazza Pulita ha ridato sfogo alla sua propaganda filo russa.
Trovando però stavolta di fronte a sé l’ambasciatore Riccardo Sessa, che con poche semplici parole ha mandato ko l’accademico filo sovietico. “Io vorrei portarla a riconsiderare seriamente le sue posizioni, a cui comunque porto rispetto perché per fortuna non ci troviamo come quei disgraziati degli ucraini che combattono con coraggio un regime il quale a una persona che ragiona in questo modo, come lei, l’avrebbe già fatta sparire dentro un manicomio criminale – attacca Sessa a fronte dell’ennesima tiritera anti atlantica di Orsini -. I suoi sono discorsi di una propaganda che, me lo consenta, non sta in piedi e non rende giustizia a quelle migliaia di persone che stanno morendo in Ucraina e che grazie al cielo da decenni i paesi della Nato, compresa l’Italia, hanno aiutato a difendersi. Grazie al cielo siamo nati nella parte giusta del mondo, dove ognuno può dire quello che pensa”.
Orsini, però, insiste con la favola dell’espansione della Nato. Al punto che, in collegamento, anche il giornalista Alessandro Sallusti è costretto a intervenire per riprenderlo. “Putin si prende l’Ucraina perché l’Ucraina vuole entrare nella Nato e lui non vuole avere la Nato al confine – chiede a Orsini -? E poi cosa fa, invade la Polonia o altri paesi vicini perché anche lì c’è la Nato e poi al confine se la ritrova lo stesso?”. A quel punto Orsini dà il meglio di sé uscendosene con un laconico “se non fermiamo la Nato avremo altre guerre: quando sessa dice che Putin ha un piano espansionistico non considera che sul piano empirico si è espansa di più la Nato”.
La risposta di Sessa all’ennesimo delirio è da manuale. “Quando è caduto il muro di Berlino nel 1989 e poi nel 1991 si è sciolta l’Urss – replica – è parso normale ai più attenti studiosi, agli storici, ai giornalisti, diplomatici che molti di quei paesi, anzi tutti, vissuti sotto il sistema sovietico aspirassero ad avvicinarsi a un mondo che identificavano come modello di libertà, giustizia, diritto. Non c’è un’espansione della Nato – conclude -, se non fermiamo Putin avremo altre guerre”. Chapeau.