L’allarme dei Servizi: Mosca paga la disinformazione nella tv italiana

Una regia occulta che veicola la propaganda di Putin dietro l’ospitata nei talk show italiani di alcuni esponenti russi sottoposti a sanzioni. E’ questo il grave sospetto del Copasir  (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), che vuole vederci chiaro e andare fino in fondo, tanto da convocare per mercoledì prossimo Mario Parente, direttore dell’Aisi (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna); il giorno successivo (12 maggio) l’ad della Rai Fuortes; e una settimana dopo Giacomo Lasorella, presidente Agcom.

Per il Copasir, gli ospiti russi che alcune trasmissioni hanno visto protagonisti nei giorni scorsi non sarebbe soltanto informazione, giornalismo, contraddittorio. No, si tratterebbe di “un’operazione di disinformazione organizzata e pensata a monte da uomini del governo russo”.

La Repubblica racconta oggi l’allarme del Copasir in un articolo a firma di Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini. E che punta il dito prima di tutto su Nadana Fridrikhson, presenza fissa in alcuni programmi (è stata recentemente a Carta Bianca), che lavora per la tv del ministero della Difesa russa. Ma non c’è solo lei sotto la lente di ingrandimento.

Il punto di partenza è il bando di Russia Today e Sputnik, fonti di informazione e propaganda russa: “Se si è deciso di chiuderli per una questione di sicurezza nazionale, per quale motivo permettiamo che altre persone pagate da Mosca vengano a portare gli stessi concetti alle nostre tv”, è il ragionamento di una fonte dell’intelligence italiana riportato nell’articolo. Per il momento l’audizione punterà l’attenzione sul management e sulle presunte liste di contatti che qualcuno, magari in Ambasciata, offre alle televisioni italiane.

Nel mirino c’è poi una circostanza che riguarda proprio i palinsesti: il primo maggio scorso sono andate in onda due interviste. Una è quella famigerata di Sergej Lavrov a Rete 4. L’altra è quella del giornalista amico di Putin Vladimir Solovyev su La7. Entrambi attualmente sanzionati dall’Unione Europea.