La politica imbonitrice di un viceré e lo spirito repubblicano: il caso Liguria

di Antonello Barbieri

L’onda lunga delle regionali 2015, innescata dalla sventatezza del centrosinistra, non si attesterà, è sin troppo facile da prevedere, neppure nella tornata elettorale del prossimo autunno.
Il furbo Toti è saldamente al centro della scena, la Liguria ha gestito la pandemia con più ombre che luci ma la percezione dei cittadini liguri va in tutt’altra direzione.

La verità soccombe. E quando non è la verità che determina il consenso ma, appunto, la percezione, la Democrazia fa un passo indietro, il populismo demagogico 2 in avanti. In questa kafkiana situazione essere opposizione è davvero un mestiere difficile ma in Liguria chi si dovrebbe contrapporre alla spregiudicatezza di Toti appare davvero debole, divisa, rassegnata. Toti si è preso la Liguria, le sue province e si sta per prendere tutti i comuni. Resisteranno solo alcune realtà grazie alla consolidata “buona amministrazione”: un esempio su tutti è Sestri Levante.

Lo spregiudicato Toti ha governato e governa con la Destra estremista di Lega e Fratelli d’Italia, ma ha tranquillizzato i moderati creando un partito di plastilina. Buono per tutte le occasioni. Ha svuotato Forza Italia e la componente Civica con assoluto cinismo, queste due forze si sono presentate assieme alle ultime regionali raccogliendo un misero consigliere e non hanno dato alcun segnale di reazione, ne a livello locale e tanto meno a livello nazionale.

La rivoluzione liberale si è arresa senza combattere.

Neppure il Governo Draghi con la sua dote miliardaria ha rivitalizzato gli oppositori o presunti tali, di Toti e dire che nell’esecutivo non mancherebbero sponde sicure. La mission impossible che ci attende passa necessariamente per una proposta che rimetta al centro le parole ed i concetti di sempre, mai divenuti realtà e per questo attuali e direi, paradossalmente, rivoluzionari: visione e progetto, coraggio e determinazione. La politica per passione e valori condivisi.

Buona Destra vuole una Liguria “normale” in un Paese “normale”, frutto di una politica che dice sempre la verità, che non ruba, che mette la Democrazia e la Libertà davanti a tutto. Una Liguria ed un Paese solidale, diritti e doveri, merito e competenza, dove la menzogna, la furbizia e la spregiudicatezza sono disvalori e non titoli di merito.

Genova è la Liguria sono state spesso anticipatrici di stagioni ed eventi di innovazione sociale e politica. Facciamoci trovare pronti.