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La Germania da sola non basta

Le parole del cancelliere tedesco Scholz hanno entusiasmato chi da anni spingeva per un riarmo in chiave Europea. Il traguardo del 2% che per molto tempo è sembrato irraggiungibile diventa oggi il punto di partenza di quella che dovrà essere la Difesa Comune Europea. Ma non possiamo illuderci che Francia e Germania possano, da sole, integrare o sostituire la presenza della NATO sul continente.

È necessario che l’Italia si allinei con i suoi principali interlocutori europei. Questo sia per necessità di bilancio che operative. Non è infatti pensabile che il nostro Paese possa chiamarsi fuori dai giochi quando è più importante che mai che risponda alla chiamata della Storia. Ma più che un problema di soldi, che peraltro rientrerebbero in commesse militari, è un problema culturale.

Il nostro Paese, al contrario di Germania e Giappone, non ha mai fatto pace con il suo passato. Lo ha congelato nel tempo, diviso tra nostalgici ed eterni avversari di un fascismo che non tornerà mai più. Per questo, nonostante il grande impegno militare dell’Italia a partire dalla caduta del Muro di Berlino, non abbiamo mai voluto cambiare quel senso di insicurezza e forse anche di vergogna che ci portiamo dietro dal 1945. E così Roma ha perso terreno, ed è stata lasciata indietro dai partner.

Perennemente ignorata anche quando non sarebbe proprio il caso. Timida nelle sue scelte di armamento. Se non si cambia questa visione e non si passa da periferia ad attore primario nel contesto geopolitico, a poco serviranno gli aumenti percentuali.