La destra liberale sbugiardi la favoletta meloniana

La destra liberale e popolare ha una responsabilità di primo piano: essere un baluardo contro l’oscurantismo, il populismo e l’estremismo. In un’Europa che si dibatte tra crisi economiche e sfide sociali, tra nazionalismi rigurgitanti e pulsioni sovraniste, la destra liberale e popolare non può e non deve lasciarsi sedurre dalla favola, per quanto accattivante, del sovranismo e dell’estremismo. La destra europea ha una compito ancora maggiore, facendo argine al massimalismo ideologico e al populismo pauperista, di cui la sinistra pare essere vittima, incapace di interpretare i cambiamenti del tempo che viviamo.

La favola che Giorgia Meloni racconta, un discorso impregnato di idealismo velleitario e fantasie utopiche, trova un uditorio acritico e appassionato, ma si tratta di una narrazione che si scontra con la realtà dei fatti. Un’analisi rigorosa e senza concessioni al populismo mostra che l’aspirazione a un’alleanza tra popolari, liberali e conservatori è inattuabile, sia per ragioni numeriche che politiche.

Guardiamo all’Europa, la vera Europa, non quella dipinta nei discorsi retorici di Meloni. Guardiamo alla Spagna, dove la sconfitta dell’estrema destra alleata con Meloni è un segno inequivocabile. E dove la rivalità con i popolari è sotto gli occhi di tutti. Guardiamo alla Germania e alla Francia, dove il partito europeo della Meloni non esiste nemmeno e dove la destra sovranista è rappresentata da lepenisti e neonazisti. Guardiamo alla Polonia, dove conservatori e popolari si trovano in netta, nettissima contrapposizione.

Perché allora insistere su un’idea che si è rivelata fallimentare, su un progetto politico che non trova riscontro nella realtà? Il rischio è che, nella sua ostinazione, la destra liberale e popolare si trasformi in complice dell’estremismo, perdendo di vista i suoi valori fondamentali e abdicando al suo ruolo di difensore della libertà, della democrazia e dei diritti individuali.

Invece, la destra liberale e popolare deve rimanere salda nel suo impegno a difendere le istituzioni democratiche, a misurarsi nella soluzione dei problemi, a mediare fra ciò che appare inconciliabile, in virtù di un bene nazionale superiore. Non deve cedere alla tentazione di allearsi con forze che sminuiscono e svalutano i principi fondamentali dell’Europa e di quello che chiamiamo patria.

La favola che Giorgia Meloni racconta non è che un miraggio, un’illusione pericolosa che rischia di trascinare la destra italiana, e forse europea, in un vortice di irrazionalità e di radicalismo. È tempo di riscoprire l’essenza della destra liberale e popolare, di rinnovare la sua storia di antagonismo a ogni totalitarismo e suprematismo identitario, di ribadire con forza la sua vocazione europeista, di difendere con determinazione i propri valori. È tempo di smettere di ascoltare favole e di iniziare a costruire un futuro basato sulla realtà, sulla ragione e sui principi democratici.

C’è un’altra favola che Meloni sembra voler raccontare, quella di una presunta svolta moderata. Ma se guardiamo ai fatti, di quella svolta moderata non c’è traccia. Non esistono svolte moderate quando si alimentano paure e pregiudizi, quando si alimentano tensioni e divisioni, quando si alimentano ostilità e risentimenti. La retorica populista e l’estremismo non possono e non devono essere confusi con il moderatismo. Si tratta di due mondi politici distanti e incompatibili.

La favola può essere seducente, ma alla fine è solo una storia, un’immagine distorta della realtà. E la realtà è che l’Europa ha bisogno di una destra liberale e popolare che sia salda nei propri valori, che sia coerente nel proprio impegno, che sia determinata a difendere i principi su cui si basa la nostra democrazia.

L’Europa e l’Italia non hanno bisogno di favole, hanno bisogno di serietà, di una visione lungimirante, di una determinazione incrollabile a difendere e a promuovere i valori che costituiscono la nostra identità e la nostra forza. Lasciamo quindi le favole a chi preferisce vivere in un mondo di illusioni e di fantasie. Concentriamoci sulle sfide reali, sui problemi concreti, sulle opportunità autentiche. Solo così potremo costruire un futuro migliore per tutti noi.