La destra italiana deve fare i conti con la storia. E dividersi

Non si può che essere d’accordo con l’editoriale di Ernesto Galli della Loggia in cui il giornalista sottolinea la necessità per la destra italiana di superare una serie di ostacoli ponendosi davvero come alternativa credibile e come forza innovatrice di governo. La destra italiana oggi è chiamata a fare una scelta, specie alla luce di quanto emerso dalla recente consultazione elettorale, che ha dimostrato come per vincere nei regimi democratici sia necessario conquistare il centro dell’elettorato.

“Il passato, le relazioni con l’establishment e i rapporti con la Chiesa”: sono questi tre gli elementi che Della Loggia, verosimilmente, individua come ostacoli ad una vittoria della destra. Il passato, innanzitutto, che identifica la destra col fascismo e con una narrazione di esso che evoca spettri dittatoriali ogni volta che qualcuno osa porsi in antitesi alla sinistra. Un aspetto che non può essere sottovalutato se si aspira a conquistare l’establishment che influenza e condiziona l’elettorato di centro e che di solito è diffidente con la destra (anche per la mancanza da quella parte politica spesso di nomi spendibili ed autorevoli per assumere incarichi di prestigio): per questo uno schieramento di destra che punta a vincere deve evitare comportamenti estremisti ed esternazioni provocatorie che destino il sospetto di un revanscismo tardofascista. “Non si tratta di annacquare i propri temi o le proprie parole d’ordine – spiega Galli della Loggia – ma solo di non imputridirli con il fango”. Niente di più e niente di meno di quanto teorizzato dalla Buona Destra: questa operazione deve essere non un’operazione fittizia in chiave elettorale, ma un’adesione convinta ad un’idea politica di destra “altra”. C’è poi da scendere a patti recuperando un rapporto sereno con Sancta Romana Ecclesia: se tra la Cei di Ruini e la destra berlusconiana il dialogo era più fluido, come ricorda Galli della Loggia, sotto la guida del cardinal Bassetti l’impostazione della Chiesa è stata di antitesi rispetto a una certa idea di destra, specie quella estrema di Matteo Salvini e della Lega.

L’analisi del politologo sul Corriere della Sera è condivisibile in toto. Ciò che però a questa esortazione alla destra italiana a fare una scelta manca è una considerazione essenziale. E cioè che con il sistema proporzionale prossimo venturo non esisterà più il concetto di destra unica ma esisteranno almeno due destre che non dovranno per forza stare insieme. E che permetteranno davvero all’elettore di destra, e di centrodestra, di fare la propria scelta.