La Cina e gli anti-occidentali: i Bricc(s)oni crescono

Gli anti occidentali crescono. La strategia della Cina è paziente, come l’uomo che aspetta il cadavere del nemico che passi sul fiume. Aggiunge, come in un mosaico, tassello dopo tassello, l’adesione di Arabia Saudita, Iran ed Egitto ai Brics rafforza non solo il già elevato PIL del raggruppamento, ma soprattutto straccia di gran lunga il resto del mondo sul controllo strategico delle materie prime. Con la crescita di alcune economie, soprattutto in Africa e nel Sud-Est asiatico, i Brics potrebbero limitarci lo sviluppo non rifornendoci di moltissime risorse fondamentali per la qualità di vita dell’Occidente, dirottandole a nuovi Paesi emergenti consumatori. Non ci sarebbe il bisogno primordiale russo di invaderci, reminiscenza del nomadismo ugro-finnico, ci prenderebbero per asfissia. La tecnica della goccia cinese è chiara, rastrellare economie da servire con i propri prodotti, gestire il mercato dei flussi di trasporto, con la Via della Seta, e se ci riesce inventarsi una nuova moneta, con emissione a Shanghai, che farà fare al dollaro, o all’euro, la fine della lira. L’unica cosa che stona in questa lunga ma sagace strategia è la Russia. Paradossalmente la Russia, lo Stato piu grande del mondo, dovrebbe essere il primario alleato dell’Occidente, invece sta finendo a parametro zero dentro i Brics. Se il G7 non si dà una smossa verrà ridotto ad una piccola Svizzera, vecchia e circondata da economie gigantesche. In questo momento l’Occidente non ha una strategia, a parte quella dei droni, dopo che con tutti i satelliti, i Muos abbiamo tutte le informazioni che ci dicono che ci stanno assediando che facciamo?

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Cosa discutono i nani della Finanza ed i Generali del Pentagono, il gruppo di Aspen o la Trilaterale, di alzare bandiera bianca? Duemilacinquecento anni di impero occidentale sembrano destinati al dissolvimento. Questo sembra il periodo più buio dalla fine dell’Impero Romano, con l’arrivo dei Barbari. Solo che questi barbari sono più antichi e saggi di noi. L’America di Kissinger ha sdoganato i rapporti con il gigante di Pechino pensando che avesse i piedi di argilla e dopo Tienanmen crollasse. Invece tra poco potremmo crollare noi.