“La Buona destra” di Rossi è qualcosa di più: tre libri per riaprire un dibattito europeo sulla liberal-democrazia

Il libro di Filippo Rossi “Dalla parte di Jekyll.
Manifesto per una buona destra” è fondamentale per la costruzione della liberal-democrazia.  Quello che ad uno sguardo superficiale
potrebbe apparire un semplice contributo all’interno di un perimetro culturale
specifico, può essere compreso fino in fondo solo se lo si inserisce in un più
ampio orizzonte europeo.

Il libro di Rossi va infatti collegato ad altre tre
importanti pubblicazioni:

  • La prima è spagnola, “El contrataque liberal”, un libro scritto dal capo delegazione di
    Ciudadanos al Parlamento Europeo,l’economista Luis Garicano. Autore difficilmente
    ascrivibile ad un area “di destra”, in Spagna spinse per una alleanza C’s e
    PSOE in accordo con Manuel Valls.  

Garicano ha introdotto nel dibattito una forma di patriottismo per combattere l’imperante nazionalismo. El buen patriotismo>>, di matrice mazziniana. Un patriottismo buono potrà però esistere solamente se “basato su valori positivi>> , <<aperto, inclusivo e rispettoso delle diversità>> e soprattutto <<autocritico e non cieco rispetto alle decisioni del gruppo di riferimento o del leader”.

  •  In
    Francia ha fatto molto discutere un libro altrettanto importante, scritto dal
    capogruppo in Senato dei Repubblicani Bruno Retailleau. Certo un conservatore,
    distante forse da Macron ma ancor più lontano da Le Pen. Il titolo è “Refondation” ed è ben visibile il
    tentativo di rilanciare una élite politica che si riappropri dello spazio
    pubblico per troppo tempo occupato da nazional-populisti da un lato e da
    eccessi di tecnocrazia dall’altro. Critico si dimostra inoltre il senatore
    Retailleu, nei confronti di un certo, disumanizzante, estremismo liberista.
  • Il tassello inglese è l’autobiografia dell’ex
    premier David Cameron “For the record”.
    L’immagine del leader Tory è inevitabilmente legata alla Brexit ma saremmo
    ingenerosi a non accordargli di essere stato molto di più. Lui è un <<conservatore
    progressista>>, idealmente vicino allo storico leader Benjamin
    Disraeli,  liberista in economia ma con
    tratti sociali robusti e con azioni inclusive marcate. Un conservatorismo che,
    negli anni della sua premiership,  aveva
    cercato la strada della modernizzazione , in linea con le esigenze delle
    società contemporanee. Se il dibattito nel Regno Unito non vorrà schiacciarsi
    esclusivamente sulla Brexit, dovrà ripartire da quelle suggestioni.

Difficile non inserire il lavoro di Rossi all’interno di
questo orizzonte culturale.

Nel suo libro parla esplicitamente di “patriottismo amorevole” citando anch’egli Giuseppe Mazzini.

Non pochi sono i suoi richiami all’europeismo, alla
società aperta e ad una buona élite. Non so se queste idee debbono essere
considerate meramente <<di destra>> o forse più in generale
dovrebbero essere universalmente riconosciute come patrimonio della
liberal-democrazia (o come corrente calda liberal-conservatrice). Ciò che posso
però riconoscere è il grande merito che deve essere accordato all’autore.

Il  merito di aver riaperto il dibattito anche nel nostro Paese, il passo successivo dovrà essere quello di confrontarsi anche su un piano europeo.