Italia protagonista con un’Europa più forte, perché la Buona Destra scende in piazza

Diciamo sì all’invito del presidente Mattarella!

Il 18 settembre alle ore 15 la Buona Destra scende in piazza San Silvestro a Roma per dire basta alle piccole patrie e raccogliere l’invito del presidente Mattarella a lavorare per dare vita a un’Europa più unita e più forte, in politica estera quanto in tema di difesa.

L’Europa di oggi è a un bivio. Divisi non si cresce e non si incide sul futuro del pianeta. La scelta di fronte a cui, ora più che mai, ci troviamo è tra la creazione di un’Unione Europea veramente federale o il fatale immobilismo che – come ha ricordato Angela Merkel paragonando l’Europa alle grandi civiltà del passato che si sono estinte per mancanza di una visione di crescita – porta all’irrilevanza. Una nuova Europa che si erga a faro mondiale della democrazia, della libertà e della difesa dei diritti umani.

In varietate concordia… uniti nella diversità!

Tuttavia, l’Europa non sarà mai una vera forza per il progresso dell’umanità se la narrazione portata avanti dalle sue istituzioni rimarrà ancorata al passato di guerra e odio intestino che l’ha accompagnata per troppo tempo. Una narrazione che non racconta la vera storia dell’Europa. Dopo secoli di guerre, i cittadini del nostro continente si sentono a maggioranza europei. Francesi, tedeschi, italiani, spagnoli e molti altri sanno di essere legati dall’eredità millenaria della civiltà europea. Per molti l’Europa è già una Patria che va al di là delle Nazioni. È il momento che gli Stati nazionali e le istituzioni europee se ne accorgano.

Superare la crisi politica dell’Europa!

La crisi dell’Europa è soprattutto politica. È una crisi che nasce dalla mancanza di una visione che superi i limiti dell’azione burocratica e che includa la volontà di ascoltare i propri cittadini. Dopo la caduta del Muro di Berlino le élite politiche europee non sono riuscite a trovare il coraggio di rispondere al proprio destino. L’Europa delle Nazioni ha avuto paura e per convenienza si è accontentata di rimanere una comunità economica e finanziaria, delegando la necessaria politica estera e di difesa ai capricci dei singoli governi o alla carità degli Stati Uniti d’America. L’Europa dei burocrati ha tradito l’ideale europeo di Adenauer, De Gasperi, Spinelli, Khol e Mitterand, allontanandosi sempre di più dal suo destino. Oggi l’Europa deve saper andare oltre. Superare le sue insicurezze, le fragilità e le divisioni dettate dall’occuparsi quasi unicamente delle politiche economiche.

L’appuntamento con la storia!

Il mondo chiede all’Europa un salto di qualità. La crisi afghana è il simbolo della decadenza americana. Come ogni grande crisi internazionale, essa presenta l’opportunità di completare finalmente il percorso verso una sovranità europea: una politica estera europea e una difesa comune europea. Solo mediante una politica estera comune, affiancata da un esercito europeo, l’Unione potrà reclamare ciò che le spetta di diritto: la leadership culturale e valoriale dell’Occidente. Una piena Unione Europea, dotata di una propria sovranità e di una propria forza militare, è oggi l’unica speranza per ristabilire l’equilibrio nelle relazioni internazionali, risolvere il dramma dei troppi conflitti, mettere sotto controllo la pandemia di COVID-19 e porsi come alternativa al dominio cinese.

Verso gli Stati Uniti d’Europa!

È compito della politica guidare l’Europa verso questo traguardo. Ma è necessario che la politica si riappropri della leadership lasciata per troppo tempo ai burocrati. Senza un’unione politica e militare il Vecchio Continente sarà destinato, inesorabilmente, a rimanere sulla rotta della decadenza ed essere una colonia di nuovi imperi emergenti. È necessario che l’Italia si affianchi alla Francia e alla Germania alla guida di questo processo. Dobbiamo resistere alla tentazione di ritornare al passato, alle piccole patrie, e lavorare invece per arrivare agli stati uniti d’Europa in questa generazione. Ma per farlo non basta guardare ai bilanci e agli indicatori economici. Quello che serve è la politica. Una buona politica che promuova l’unità sociale e culturale di un’Europa fiera della propria storia, certa della propria identità, e che ambisca a diventare una comunità politica capace di rappresentare un’ideale di progresso nel mondo.