In fila prima di essere giustiziati, i video dell’orrore russo a Bucha

Il video e le immagini pubblicate dal New York Times inchiodano Mosca, mostrando al mondo intero di cosa sono capaci le truppe militari agli ordini di Vladimir Putin. E ci si augura che i dubbiosi – quelli che insinuano che il massacro di Bucha potrebbe non essere stato come sembra e guardano sospettosi le macchie di sangue, la sfumatura di blu dei cadaveri bruciati lasciando intendere che qualcosa non torni nella cosiddetta narrazione mainstream – ecco, ci si augura che i dubbiosi abbiano visto i video dell’esecuzione di otto uomini a Bucha pubblicati dal quotidiano newyorkese.

Il NYT, sul sito, ha diffuso anche alcune immagini risalenti allo scorso 4 marzo, che mostrano le forze paracadutiste russe catturare un gruppo di uomini ucraini, che vengono condotti in fila verso un cortile dove poco dopo verranno giustiziati.

Gli otto uomini camminano ricurvi, con un braccio sulla testa e l’altro a tenere la cintura del compagno davanti. I soldati hanno portato i prigionieri dietro un vicino edificio che era stato occupato dai russi e lì ci sono stati degli spari: gli uomini catturati non sono tornati indietro.

I due video, spiega il quotidiano, sono stati girati da una telecamera di sicurezza e da un testimone in una casa vicina.

Un video filmato da un drone il 5 marzo “fornisce la prima prova visiva che conferma il racconto dei testimoni: mostra i corpi morti a terra sul lato dello stesso edificio, mentre due soldati russi sono lì vicino di guardia”.

Il New York Times ha anche raccolto i nomi dei morti: Anatoliy Prykhidko, Andriy Matviychuk, Andriy Verbovyi, Denys Rudenko, Andriy Dvornikov, Svyatoslav Turovskyi, Valera Kotenko e Vitaliy Karpenko.

“Questi video”, spiega l’inviato del Corriere Lorenzo Cremonesi, che aveva raccontato la strage, “sono la rappresentazione grafica di ciò che emerse subito evidente stando nei luoghi dell’invasione russa verso Kiev. Un esercito spaventato che si sbandava e scopriva di stare affrontando una popolazione ostile. Le violenze crebbero con la paura. Ad essere uccisi, spesso torturati, furono soprattutto uomini giovani. Alcuni vennero catturati con le armi in mano: volontari che resistevano. Altri furono assassinati solo perché sospettati di essere insorti e oppositori, ma senza prove concrete”.