È chiaro a tutte le persone intellettualmente oneste che il colpevole del disastro dell’attacco di Hamas non è la loro superiorità militare o tecnologica, ma la destrutturazione dello Stato israeliano da parte del populismo di Netanyahu e dei suoi alleati. Ha prima messo in default l’esercito che sconsigliava da tempo il processo di colonizzazione di territori cuscinetto, e poi la struttura giudiziaria del paese. La demolizione, la lesione del ruolo degli apparati, che perdura da anni, ha indebolito Israele. Fino al fallimento dell’intelligence e della difesa dei Kibbutz israeliani nei territori vicini a Gaza.
Il populismo di destra che ha dato il potere negli ultimi lustri a Benjamin Netanyahu viene da più lontano. La società israeliana è stata profondamente cambiata dalla forte immigrazione dalla Russia di immigrati lasciati, invitati caldamente a partire, dall’avvento della Perestrojka. Prima di allora le partenze dall’ex Unione Sovietica erano centellinate. Ma la condizione di indesiderabili in quei paesi a regime comunista ha spinto ad una migrazione enorme per la stabilità sociale di un piccolo Stato come quello di Israele. Mutandone profondamente la struttura sociale ed il rapporto con lo Stato. Israele da stato laico a poco a poco si è religiosizzato. Con tutte le storture per un’area dove vivono tre religioni monoteiste, Gerusalemme, tra rivendicazioni e atti provocatori.
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Oggi il 20% della popolazione israeliana è costituita da ebrei russi, che parlano e pensano in russo, un corpo chiuso, ultraortodosso, rispetto al resto della società israeliana, plurale di idee politiche. Questa minoranza agguerrita in un sistema elettorale impazzito, come quello israeliano, ha messo sotto scacco il sistema politico. Il resto lo ha fatto il sistema di corruttele, per la conquista del potere, che ha di fatto distrutto lo spirito di Ben Gurion, Gloda Meir, Rabin e Peres morti perché cercavano di aprire alla Pace tra Israele e Arabi. Cosa succederà alle prossime elezioni in Israele? Difficilmente Netanyahu, anche se ci proverà oltre l’immaginabile, potrà togliere il dolore dei morti dalla testa di ogni famiglia israeliana. Ed il dolore delle famiglie, indipendentemente da come siano orientate politicamente, sarà capace di determinare la sua fine. E se così non fosse l’esercito israeliano potrebbe, nonostante la sua tradizione democratica, prendere il potere, al di là dei tanti generali che si sono già candidati contro di lui in politica.