Giorgia Meloni, ovvero Don Chisciotte della mancia

Per appagare l’appetito dei parlamentari e delle lobby, con il suo rozzo scudiero Salvini, che potremmo definire il suo ‘Sancho Panza’, Giorgia Meloni si trasforma in un Don Chisciotte della ‘mancia’ con la ‘m’ minuscola. Infatti, Giorgia è in cerca di un’identità per il suo governo e combatte incessantemente contro nemici immaginari che, afferma, stanno per invadere l’Italia, mentre vere guerre infuriano, e non abbiamo le risorse che l’UE ci richiede per le spese militari.

Resuscita la c.d. “legge mancia” per placare ,forse ,la sua stessa maggioranza, con un presunto “tesoretto” da 400 milioni, spendibili solo dal 2024 poiché per il 2023 non ci sono soldi. La presidente del consiglio vorrebbe “ricompensare” i suoi parlamentari per non aver presentato emendamenti alla sua “traballante legge finanziaria” con un provvedimento successivo alla manovra per finanziare opere e interventi anche nei posti più sperduti del Paese: 20 mila euro qua, 30 mila là, richiesti da singoli parlamentari. Sono 400 milioni di euro gettati in mille inutili rivoli per placare “la fame elettorale” di qualche parlamentare, che poi vengono messi insieme per formare la cosiddetta “legge mancia”.

Ma la legge mancia non è una novità. “Da quando è nata la Repubblica, il Parlamento ha a che fare con la ‘legge mancia’, con cui i parlamentari pagano i debiti a chi porta loro voti, aiutandoli ad entrare in Parlamento”, spiegava nel 2012 Paolo Emilio Russo, caporedattore di Libero, non certo un comunista bolscevico odiatore della destra. Nel corso degli anni, questa legge è diventata motivo di imbarazzo per le forze politiche, tanto che hanno cercato di nasconderla, “affogandola” in finanziarie e documenti lunghissimi.

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Nel 2008, Giulio Tremonti, oggi senatore di FDI, ne ha cambiato nome e impostazione, ora chiamandola “Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio”. Anche la Corte dei Conti ha espresso più volte un giudizio negativo su tale provvedimento, sottolineando che hanno cambiato il nome senza cambiare nulla. La “legge mancia” smisterebbe un tesoretto pari oggi a 400 milioni di euro, un meccanismo che, secondo i giudici contabili, viola la legge. In passato, sono stati concessi fondi anche a privati finanziando progetti inaccettabili, come ad esempio l’Aeroclub della Costa Smeralda.

Leggendo le centinaia di pagine delle varie “leggi mancia” che si sono susseguite, emergono molte criticità e sprechi che hanno fatto infuriare i cittadini. Tuttavia, non ci resta che attendere anche quella della Meloni, sperando che non sia così anche stavolta . Altrimenti? Altrimenti ci arrabbiamo… come direbbero Bud Spencer e Terence Hill.