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Il premio Nobel Stiglitz: “Putin dittatore spietato, sbagliato cercare un appeasement”

“Putin è un dittatore spietato, concordo anch’io con chi pensa che non potrà essere fermato con dei semplici appelli o una trattativa vuota”. A parlare così, oggi su La Stampa, è il professore Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia, ex consulente economico di Bill Clinton quand’era alla Casa Bianca, ma anche uno dei personaggi più rispettati (e in qualche caso idolatrati) dai movimenti di democrazia radical nel mondo.

A Jacopo Iacoboni, che lo ha incontrato casualmente su un treno Venezia-Torino di ritorno da una dissertazione magistrale all’Università di Padova, il professore ha detto che “Putin non vuole la pace: ha ordinato una guerra di aggressione, con brutalità e cinismo enormi, e con il totale disprezzo di ogni regola internazionale. Immaginare di farci un appeasement è una cosa profondamente sbagliata e anche irrealistica”. Stiglitz non ritiene possibile una trattativa “con un regime che non rispetta nessuna regola, nessuna legalità internazionale e nessuna trasparenza finanziaria”. E’ inoltre convinto che “l’embargo sul gas sia necessario” e che l’Europa possa “condividere il peso economico di questa decisione”. Anche perché, spiega, le sanzioni stanno funzionando.

“Le riserve monetarie della Banca centrale russa sono fiaccate e posso bastare solo per periodo limitati. Anche la produzione di beni in Russia è fortemente danneggiata”. Quindi è importante che “le sanzioni vengano rispettate e prese velocemente, perché troppa gradualità consentirebbe alla Russia di provare ad adattarsi”. Circostanza che va assolutamente scongiurata.

Decisamente sorprendente, il professor Stiglitz, quando il cronista racconta la grande preoccupazione che c’è n Italia per l’aumento dei prezzi. “L’inflazione non è un problema – dice – in un mondo che si sta trasformando un’inflazione che cresce può essere sopportabile e, anzi, favorisce una trasformazione economica che è necessaria, e l’Europa ha la forza per affrontare”.

Quanto al ruolo di Pechino nella guerra in corso, il premio Nobel afferma: “La Cina non aiuterà la Russia, non certo dal punti di vista militare, ma neanche economico. E’ una società profondamente divisa in due, sul tema della Rusia, ma certamente la sua leadership Xi non andranno in soccorso di Mosca. Hanno un altro enorme problema da gestire: il Covid e resteranno su quello”.

Il cronista, quasi al termine della corsa, ammette che è troppo forte la curiosità di sapere cosa pensi il professore dell’amministrazione americana.
“Biden sulla Russia si è trovato sul terreno che conosce meglio da tanti anni e sta andando bene. Potrà sbagliare o esitare su altro, ma non sulla Russia. Tra l’altro proprio Putin sta dando ai democratici l’opportunità di ricompattare la parte moderata e quella radical, entrambe critiche verso Mosca”. Opposta la situazione all’interno dell’ala repubblicana. “La Russia – spiega il professore – spacca i repubblicani ancora di più. Il partito tradizionale è preoccupatissimo dell’aggressione di Mosca a Kyiv, mentre Trump e il trumpismo sono molto docili con Putin”. Stiglitz, in conclusione, sostiene che “c’è il rischio di un ritorno di Trump. E sarebbe molto pericoloso”.