Il Next Generation EU e il paradosso dei sovranisti nostrani

di Francesco Rubera 

Nel mese di ottobre 2020 il Consiglio Europeo, su determinazione degli ambasciatori dei singoli stati, ha concordato la strategia europea sul dispositivo per la ripresa e la resilienza. Si tratta di un nuovo strumento che fornisce agli Stati membri sostegno finanziario per incrementare gli investimenti sostenuti dalle riforme utili per uscire dalla crisi COVID-19. Il fondo ha una dotazione da 672,5 miliardi di EUR utilizzabili per sostenere la ripresa dell’UE che va oltre il Next Generation EU, da 750 miliardi di EUR concordato dai leader dell’UE nel luglio 2020. Con il fondo per la ripresa e la resilienza gli Stati membri potranno affrontare la crisi economica e sociale generata dalla pandemia, a condizione che vi sia la garanzia che le economie dei singoli stati intraprendano un percorso di sviluppo sostenibile e resiliente.

Per ricevere il sostegno di questo fondo creato ad ottobre, gli Stati membri devono preparare piani nazionali per la ripresa e la resilienza verso un modello di sviluppo verde e sostenibile secondo un programma di gestione che sostenga le opere da realizzare fino al 2026.

Con l’accordo politico raggiunto dai ministri dell’Economia e delle finanze il 6 ottobre 2020, degli Stati membri presso l’UE si è realizzato un programma che definisce la posizione politica e le linee del Consiglio per la ripresa e la resilienza, che costituisce il punto focale dello strumento per la ripresa Next Generation EU, elaborato a luglio per rispondere alla crisi COVID-19 e alle sfide poste per lo sviluppo ambientale sostenibile nel rispetto dell’ecologia del sistema.

Con una dotazione finanziaria di 672,5 miliardi di EUR, si sosterranno le riforme per aiutare gli Stati membri ad affrontare l’impatto economico e sociale per rispondere alla crisi della pandemia. Gli orientamenti politici del Consiglio si basano
sul negoziato condotto con il Parlamento europeo, la cui posizione non è ancora stata votata. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza rappresenta uno strumento potente per affrontare l’impatto della crisi e costituisce lo strumento principale del pacchetto per la ripresa. Diventa importante dare attuazione ai piani nazionali dei lavori legislativi relativi a questo strumento con il Parlamento europeo. La tempestività è fondamentale e sarebbe opportuno renderlo operativo il prima possibile per garantire un sostegno tempestivo agli Stati membri nel 2021.

Per quanto riguarda la distribuzione delle dotazioni finanziarie, il dispositivo per la ripresa e la resilienza offrirà agli Stati membri 312,5 miliardi di EUR in sovvenzioni, di cui il 70% da impegnare nel 2021 e nel 2022 e il 30% entro la fine del 2023.
Il criterio di ripartizione per gli anni 2021-2022 terra’ conto, per ciascuno Stato membro, sia del numero degli abitanti, che del PIL pro capite e del relativo tasso di disoccupazione negli ultimi 5 anni.
Saranno inoltre messi a disposizione degli Stati membri, fino alla fine del 2023, ulteriori 360 miliardi di EUR in prestiti come finanziamenti aggiuntivi per le riforme e gli investimenti. Come sostiene in un Tweet l’On. Liberale, senatore Avv. Enzo Palumbo, ” è paradossale che i sovranisti di casa nostra si oppongano al MES, che è una istituzione di natura intergovernativa e siano invece favorevoli al Next Generation EU, che è uno strumento finanziario di natura federale. Quando la presunzione fa aggio sull’intelligenza delle cose.”

Ed è proprio questo atteggiamento dei sovranisti italiani Salvini/Meloni, che fa comprendere che il problema MES è solo utile a causare una crisi di governo e giungere alla sfiducia. È questo il vero boccone avvelenato che la polemica sul MES sta scatenando in questi giorni. Sta all’intelligenza politica degli indecisi saper discernere, almeno sino all’approvazione della legge di bilancio e non ingoiare quel boccone.