“Venite a riprendervi i vostri figli: i soldati russi prigionieri verranno restituiti alle loro madri”.
Putin ha mandato la meglio gioventù russa in guerra, ingannando migliaia di ragazzi spediti a fare gli invasori senza le adeguate forniture, con la scusa delle esercitazioni, requisendo loro anche documenti e cellulari. Poco più che bambini, alcuni nati nel 1994, mandati allo sbaraglio come carne da macello dal presidente della Russia. E gli ucraini, invasi dall’armata russa, invece, quando li fanno prigionieri li rispettano. E avvisano le loro madri: veniteveli a riprendere!
In una nota ufficiale diffusa sui propri social il Ministero della Difesa ucraino si è rivolto alle “sfortunate madri russe”, annunciando che le mamme dei soldati prigionieri potranno riavere indietro i loro figli se verranno a riprenderseli a Kiev. Si può contattare un numero telefonico o inviare una mail per conoscere lo stato di salute del proprio congiunto catturato dagli ucraini.
E mentre Putin continua bombardare obiettivi civili nelle diverse aree invase, le donne ucraine soccorrono anche i soldati russi. Come accaduto ad un giovane sovietico di 20 anni, rifocillato da un gruppo di donne ucraine che gli hanno offerto bevande e un pasto caldo dopo che il giovane si era atteso. “Mamma sono vivo e sto bene” ha detto in videochiamata il giovane alla madre in Russia, grazie a un cellulare che le generose ucraine gli avevano messo a disposizione.
Putin ha messo un popolo di fratelli a farsi la guerra. Ma l’umanità è la solidarietà tra chi vive lo stesso dramma, vittime su sponde diverse della stessa follia, sopravviverà. Nonostante tutto.