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Il grande centro, Calenda dice no al ‘fritto misto’: “Noi per un’area liberal riformista”

In un’intervista concessa al «Corriere della Sera» Carlo Calenda si dice contrario al “fritto misto”. Commentando le recenti dichiarazioni del Cavaliere che asserisce di essere lui il centro, il leader di Azione ha dichiarato fermo: «Si tenga il suo centro, noi ci teniamo il polo del buon governo. Ma posso dirle la verità? Questa discussione sul centro non appassiona nessuno e non serve all’Italia. Peraltro un centro che è un fritto misto non ha senso. Il vero problema del nostro Paese è che non si riesce a fare nulla, dal termovalorizzatore alla manutenzione della rete idrica all’implementazione dei provvedimenti. Quindi quello che serve è una cultura intrisa di capacità amministrativa con un’ispirazione liberal-democratica che chiuda questa stagione del bipopulismo. E questo è il nostro progetto», ha rimarcato.

Calenda non si dice diffidente nei confronti del ministro degli Affari Esteri: «A me Di Maio proprio non interessa. Sono contento per lui che abbia visto la luce, cioè che abbia capito che tutto quello che ha fatto in questi dieci anni è sbagliato, ma in questo caso ci si assume la responsabilità e se ne traggono le conseguenze». A Giovanni Toti Calenda ha suggerito di stare lontano dall’ex leader grillino: «Toti è un bravo amministratore, Bucci è un bravo amministratore, sono persone che non hanno niente a che fare con la destra di Fratelli d’Italia o con la Lega caciarona di Salvini. Per questo ho detto a Toti: concentrati sulla tua capacità di essere un bravo amministratore invece di stare lì a cianciare con Mastella e Di Maio. Quel centro non interessa a nessuno, non interessa agli italiani, non interessa a noi. È un altro progetto rispetto al nostro. Noi stiamo lanciando un’area liberal riformista che ha due leader eletti nei congressi dei rispettivi partiti, il sottoscritto e Bonino. Non abbiamo bisogno di federatori costruiti in provetta. Dopodiché, porte aperte a tutti purché rispettino questo principio: niente politica dei due forni. Il 24 settembre ci sarà una grande convention in cui presenteremo il programma per l’Italia con Cottarelli e tante altre personalità. Chi è interessato a questo progetto bene, chi non vuole esserci , amen, senza rancori». 

A proposito dell’immagine del governo appeso a Conte, Calenda ha detto: «Mi fa pena l’Italia prima ancora del governo. Conte ha consegnato un foglio che sembrava la dichiarazione di Miss Universo quando vince: lottare contro la povertà, voler bene alla mamma. Esilarante. Ecco, io vorrei rivendicare il fatto di non aver mai creduto che Conte fosse il punto di riferimento dei riformisti e non ci ho mai fatto un governo insieme. E oggi se io fossi il Pd direi: ma sapete una cosa? Forse aveva ragione Calenda. A me colpisce molto che Berlusconi non sia in grado di dire una parola nei confronti delle follie di Salvini, così come Letta non è in grado di dire alcunché nei confronti di Conte, che è privo di qualsiasi senso di responsabilità e ha una linea di politica estera veramente filoputiniana . È codardia non riuscire a dire ‘basta liberiamoci di Salvini e Conte e costruiamo un grande fronte repubblicano che aiuti Draghi a fare le riforme che servono al Paese’».