I ritardi del Ministero e i blocchi del traffico al tempo del lockdown

Nonostante il Piemonte sia Zona Rossa da ormai molti giorni, da oggi scattano nuove limitazioni di movimento per gli abitanti dell’area metropolitana di Torino e di molti comuni della Regione. Infatti, nonostante a causa del lockdown il traffico sia drasticamente diminuito, arrivando anche ad essere del 40% inferiore rispetto alle medie del periodo, i livelli delle polveri sottili PM10 hanno sfondato, per 4 giorni consecutivi, i limiti previsti dall’accordo per il miglioramento dell’aria nella Pianura Padana, sottoscritto nell’Ottobre del 2017.

A partire dalla giornata di oggi e per i prossimi 4 giorni, in attesa di nuove rilevazioni, è di fatto vietato l’utilizzo di mezzi privati spinti da motori Euro 5 e dei veicoli commerciali fino ad Euro 4, da cui sono esentati i mezzi impegnati a scopo sanitario.

Essendo il traffico notevolmente inferiore a causa del lockdown, l’innalzamento delle polveri inquinanti è evidentemente da riferire a cause diverse dal trasporto veicolare.  Le condizioni meteorologiche, ad esempio, che da più di un mese sono contraddistinte da una persistenza di alta pressione e dalla totale assenza di precipitazioni. Oppure il funzionamento delle caldaie per il riscaldamento degli ambienti, spesso vetuste e di vecchia generazione e perciò altamente inquinanti.

Aspetti su cui non si può agire, preferendo delle misure facilmente attuabili, anche se non funzionali o che appesantiscono ulteriormente i disagi degli abitanti di queste zone.

Restrizioni che si sarebbero potute evitare se dagli ambienti dell’Esecutivo si fosse prestata una minima attenzione a questi aspetti, ascoltando i territori coinvolti a tempo debito.

Infatti, l’Assessore Regionale all’Ambiente, insieme ai colleghi delle altre Regioni del Bacino Padano, da settimane è in attesa di avere un confronto con il Ministero dell’Ambiente, per proporre delle deroghe eccezionali utili ad evitare questo ulteriore disagio agli abitanti di zone già oggetto di numerose restrizioni.

Il Ministro Costa ed il suo staff, però, ancora non hanno fissato una data per un incontro e questo temporeggiare ha portato ad una situazione che incide ulteriormente sulle spalle delle persone e che sono fuori contesto rispetto al periodo che stiamo vivendo.

Restrizioni che vanno in senso inverso anche alle esigenze ed alle linee guida del periodo. Infatti, con la capienza dei mezzi di trasporto pubblico ridotta al 50%, impedire l’utilizzo di molti mezzi privati porterà, coloro che hanno esigenza di muoversi, ad un utilizzo superiore dei mezzi pubblici, causando ulteriori occasioni di sovraffollamento in un momento in cui questo sarebbe da evitare con ogni misura possibile.

In un periodo difficile e di grande emergenza, ulteriori misure che creano un ulteriore disagio ad oggi non necessario e senza essere utili utile per lo scopo per le quali vengono imposte.