Gli occidentali per Hamas. Ecco, forse loro sono peggio dei terroristi stessi. Identificarli è semplice, seppur spesso non è che lo ammettano ad alta voce, ma sempre a mezza bocca, sempre con parole sfuggenti, facendo il giro largo. Chi ha il coraggio di urlare “io sto con Hamas”? No, nemmeno loro sono così stupidi. Ma il punto è sempre lo stesso, andare contro l’Occidente. E allora si abbraccia la causa palestinese (o almeno si pensa di farlo), fino a sostenere che in fondo se Hamas è quello che è la colpa è sempre del mondo occidentale. Si tratta di giustificazionismo ad oltranza, sicuro e infrangibile, finché si tratta di avversare Israele, gli Stati Uniti, la Nato, e chiunque rappresenti il mondo che loro odiano.
Ma le azioni terroristiche di Hamas vanno ben oltre qualsiasi giustificazione basata sulla situazione degli oppressi. La storia ci insegna che nessuna campagna terroristica è mai riuscita a sconfiggere militarmente uno Stato o a cambiarne radicalmente l’indirizzo politico. Il terrorismo non cambia il mondo, non cambia le sorti di un paese. Forse l’unico caso fu l’Irlanda, ma è un’altra storia. Gli attacchi dell’Ira erano quasi esclusivamente rivolti verso polizia e militari britannici. E spesso la causa irlandese era supportata da amministratori britannici presenti nel paese. Insomma esisteva un consenso. Ecco, nel caso palestinese, oltre a quei pochi di cui si parlava prima, la situazione è ben diversa. Come si può pensare che le azioni di Hamas smuovano il consenso dove conta davvero, cioè ad Israele?
E infatti l’obbiettivo del gruppo terroristico non è mai stato questo, non è mai stato trovare una soluzione alla difficile situazione in cui il suo paese si trova. No, le azioni terroristiche di Hamas non mirano a negoziati o a una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese, ma hanno un unico obiettivo: distruggere Israele, uccidere gli infedeli ebrei.
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E questo erode soprattutto le possibilità per la Palestina di trovare una soluzione pacifica e definitiva. Il movimento palestinese sembra incapace di concepire metodi non violenti di lotta ed è sempre più propenso a cedere al ricatto dell’estremismo terrorista. Questo rende i palestinesi vulnerabili a essere strumentalizzati da altri Stati con interessi nel mantenimento della tensione nella regione.
Il punto è che le legittime aspirazioni dei palestinesi a una patria, le difficili condizioni di vita a Gaza o l’espansione degli insediamenti ebraici sono questioni completamente separate dal terrorismo di Hamas. Non è ciò cui i terroristi mirano a raggiungere, non lo è mai stato.
Coloro che in Italia cercano di giustificare le azioni sanguinarie di Hamas dovrebbero riflettere sulle conseguenze delle loro parole. Le giustificazioni per il terrorismo di Hamas, in fondo, rivelano solo una cosa: che nemmeno a loro interessa la causa palestinese.