Forza Italia, la Grande Coop senza un leader

In principio fu l’IO, contenuto nel nome SilvIO. Anche AntonIO (Tajani) ha l’Io incorporato, ma senza il Quid di Berlusconi. E soprattutto senza l’impero economico che il fondatore di Forza Italia aveva. E senza nemmeno Marcello, che non è il Mastroianni evocato dalla Edberg immersa nella fontana, ma Dell’Utri, per adesso affaccendato a Firenze. Come può un partito monarchico sopravvivere al Re?

Per adesso, in vista congressuale, è amministrato da un fedele reggente, giustappunto di fede monarchica, antica vocazione politica di Tajani prima di incontrare il vero Imperatore, ma poi? Che fine faranno i proseliti orfani di Berlusconi?

L’idea che si sta diffondendo è quella di un consorzio cooperativistico tipo Lega Coop Emiliane, o Toscane, se ci mette il becco Verdini. Oggi entra la cooperativa lombarda della solidarietà della Moratti, domani quella siciliana che produce pistacchio di Raffadali di Cuffaro, non mi stupirei arrivasse la campana specializzata in bufala di De Luca, se la Schlein continua a spingerlo fuori dal PD. Mancano i toscani, che di coop se ne intendono da sempre, e Verdini ha la cazzimma ma non le truppe. E se il Denis portasse una bella coop di allevamento di chianina intestata a Renzi? E poi c’è la coop editoriale di Signorile in Puglia e quella del parmigiano di Pizzarotti.

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Di fatto con un meccanismo consortile da coop rosse il Listone per le europee è pronto. Certo non tutti sono di comprovata fede PPE, ma primum sopravvivere deinde filosofare. Berlusconi, che da sempre ha combattuto le cose comuniste, da lassù non sarà in visibilio. Ma l’alternativa è dire in sogno a Marina di sperperare il denaro Fininvest. Così invece se la cava con un modesto contributo alla memoria.

Gestire un consorzio non sarà facile, ma senza un Re riconosciuto difficilmente si può continuare senza un’ipotesi pluralista, in cui si vota e non si acclama. Di fatto diventerebbe un Centro democratico pieno di correnti, capicorrente, spartizioni. Praticamente il PD. Però ogni moderato, aderendo alla corrente che più gli piace, si sentirebbe rappresentato nella Grande Coop. Perché la Coop sei tu.

In principio fu l’IO, contenuto nel nome SilvIO. Anche AntonIO (Tajani) ha l’Io incorporato, ma senza il Quid di Berlusconi. E soprattutto senza l’impero economico che il fondatore di Forza Italia aveva. E senza nemmeno Marcello, che non è il Mastroianni evocato dalla Edberg immersa nella fontana, ma Dell’Utri, per adesso affaccendato a Firenze. Come può un partito monarchico sopravvivere al Re?

Per adesso, in vista congressuale, è amministrato da un fedele reggente, giustappunto di fede monarchica, antica vocazione politica di Tajani prima di incontrare il vero Imperatore, ma poi? Che fine faranno i proseliti orfani di Berlusconi?

L’idea che si sta diffondendo è quella di un consorzio cooperativistico tipo Lega Coop Emiliane, o Toscane, se ci mette il becco Verdini. Oggi entra la cooperativa lombarda della solidarietà della Moratti, domani quella siciliana che produce pistacchio di Raffadali di Cuffaro, non mi stupirei arrivasse la campana specializzata in bufala di De Luca, se la Schlein continua a spingerlo fuori dal PD. Mancano i toscani, che di coop se ne intendono da sempre, e Verdini ha la cazzimma ma non le truppe. E se il Denis portasse una bella coop di allevamento di chianina intestata a Renzi? E poi c’è la coop editoriale di Signorile in Puglia e quella del parmigiano di Pizzarotti.

Di fatto con un meccanismo consortile da coop rosse il Listone per le europee è pronto. Certo non tutti sono di comprovata fede PPE, ma primum sopravvivere deinde filosofare. Berlusconi, che da sempre ha combattuto le cose comuniste, da lassù non sarà in visibilio. Ma l’alternativa è dire in sogno a Marina di sperperare il denaro Fininvest. Così invece se la cava con un modesto contributo alla memoria.

Gestire un consorzio non sarà facile, ma senza un Re riconosciuto difficilmente si può continuare senza un’ipotesi pluralista, in cui si vota e non si acclama. Di fatto diventerebbe un Centro democratico pieno di correnti, capicorrente, spartizioni. Praticamente il PD. Però ogni moderato, aderendo alla corrente che più gli piace, si sentirebbe rappresentato nella Grande Coop. Perché la Coop sei tu.