Forza Italia, la Gelmini ne certifica la fine: “Non è più il partito di Berlusconi”

Forza Italia è implosa. E stavolta difficilmente il leader azzurro riuscirà a evitare la deflagrazione. Gli azzurri sono davvero allo psicodramma se anche una fedelissima di Silvio Berlusconi – ma da tempo in lotta con l’altra lombarda del cuore del Cavaliere, Licia Ronzulli, senatrice fresca di nomina a coordinatore regionale proprio della Lombardia – come la ministra per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini rilascia interviste in cui afferma di “non riconoscere lo stile e il metodo del presidente Berlusconi”. Ahi ahi.

Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, a firma di Paola Di Caro, la Gelmini chiede un cambio di rotta. Ma lei stessa è convinta che questo non avverrà. Perché le parole di Berlusconi sull’Ucraina sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Non potevo credere ai miei occhi, quando ho letto quei resoconti – afferma -. Siamo un movimento politico filo atlantista, europeista, siamo nel Ppe e ci siamo chiamati in passato Popolo della libertà, libertà per cui gli ucraini stanno combattendo. Il tempo di Pratica di Mare purtroppo è finito, oggi ogni ambiguità di filoputinismo reca danno all’Italia e incrina la necessaria unità del Paese. Io sto dalla parte dell’Ucraina, dell’Ue e della Nato. Bene la precisazione, ma mi spiace non avere ancora sentito un sì forte e convinto all’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato, né alla decisione di 40 Paesi democratici del mondo di sostenere anche militarmente gli ucraini”.

Ragionamento che non fa una piega. Ma che mal si sposa con la nuova linea filo leghista – caldeggiata dalla Ronzulli – e soprattutto filoputiniana che ultimamente sta seguendo Forza Italia. Tanto che la Gelmini rincara la dose. “Mi sembra che in FI ci sia più la preoccupazione di non dispiacere Salvini che di essere in linea con i nostri partner dell’Ue e della Nato – incalza sulle pagine del Corriere della Sera -. La nostra posizione in politica estera non è quella della Lega. Salvini legittimamente ha la sua opinione, ma noi non possiamo rinunciare alla nostra identità e storia, con il risultato di farci superare in filo-atlantismo da Giorgia Meloni. Le armi? Forse Tajani è a conoscenza di piani segreti dell’Ucraina per invadere la Russia… Però, allo stato, è la Russia ad avere invaso militarmente l’Ucraina. Un precedente pericolosissimo. Parlando di ‘attacchi alla Russia’ si fa un favore alla falsa contro-narrazione russa. E poi con cosa dovrebbero contrapporsi gli ucraini? Con le armi bianche? E la capziosa distinzione fra armi di difesa e armi di attacco è lo specchio su cui si aggrappa con le unghie il M5S di Conte”.

Ci sono momenti della storia in cui i partiti devono fare appello ai propri valori e identità e scegliere di stare dalla parte giusta, guidando l’opinione pubblica e non facendosi guidare – sentenzia la ministra -. Comprendo la necessità di rassicurare i cittadini, ma non lo si fa rischiando di spaccare l’unità del Paese e dell’Occidente. Da Forza Italia mi aspetto un sostegno chiaro e incondizionato alla linea che l’Italia sta portando avanti. E spero anche che si colga compiutamente il senso della missione negli Usa del premier Draghi, in cui ha, implicitamente ed esplicitamente, chiarito che la guerra è in Europa e che è l’Europa che deve trovare la via per la pace, certo con la collaborazione di Nato e Usa. L’Italia vuole la pace e si sta impegnando per questo: ma, come ha detto il presidente Mattarella, ‘la pace, non la resa’ alla prepotenza. Dal dibattito mi aspetto una concreta scelta di campo”.

“In Forza Italia c’è un deficit sempre più evidente di discussione e condivisione e un problema di selezione della classe dirigente. Si può fare tutto e, figuriamoci, siamo tutti soldati di Berlusconi – conclude lanciando una stoccata alla Ronzulli -. Ma c’è un tempo e un modo per fare le cose. E non riconosco, in quello che è accaduto, lo stile e il metodo del presidente Berlusconi. Milito da venti anni in FI, un movimento che ha innovato il modo di fare politica ed è stata una vera scuola. Berlusconi ha sempre ascoltato tutti, messo insieme persone con storie politiche diverse. Quello che sta accadendo mi pare abbia poco a che fare con quella storia”.