Elogio di Jacques Chirac: quanto manca all’Italia l’ex presidente francese

La notizia della morte di Jacques Chirac, già Presidente della Repubblica Francese per dodici anni (1995-2007), è apparsa in tutti i giornali del mondo il 26 settembre 2019. Anche nei giornali italiani, sia pure in maniera sommessa, ridotta e spesso imprecisa.

I funerali di Stato furono quasi del tutto ignorati in Italia, persino da giornali tradizionalmente di destra o “centrodestra”, da tempo ammalati di isolazionismo e sovranismo. Dal “Giornale” a “Libero Quotidiano”, passando per “Il Secolo XIX” i funerali solenni, laici e religiosi, di Jacques Chirac sono stati quasi “silenziati”. Peggio ancora andò nel giornale dal nome stalinista e poco credibile “La Verità”. E c’era d’aspettarselo.

Eppure la figura di Jacques Chirac è di grande insegnamento per l’Italia e gli italiani e in particolare per i partiti della destra italiana. Laddove se ne è parlato, è stata evidenziata la stima di Putin per Chirac. Ma anche qui, con una superficialità tipica dell’Italietta assolutamente priva di conoscenza per ciò che accade fuori dai campi di calcio e delle proprie frontiere. Chirac, infatti, ha dato molto filo da torcere alla Russia di Putin. Era europeista convinto e pilastro dell’amicizia tra Francia e Germania all’interno di un’Europa forte, atlantista e che potesse competere sul piano internazionale in tutti i campi, a partire da quello tecnologico.

Pochi sanno in Italia che Chirac fu tra i primi a individuare nell’inquinamento un problema epocale e globale al quale la politica internazionale doveva dare risposte coordinate. Lo fece all’inizio degli anni 2000, in tempi ancora “non sospetti”. Aveva una visione che pochi politici hanno avuto al mondo. Aveva capacità e doti di Capo di Stato che nessuno o quasi ha in Italia, soprattutto da venti anni a questa parte.

Chirac ha rappresentato e rappresenta, anche dopo la sua scomparsa, la destra liberale e fortemente europeista, democratica, persino “ecumenica”. Fu il primo politico francese a doversi confrontare, insieme a Mitterrand, con la “coabitazione”. Ovvero la presenza contemporanea di un Presidente socialista, all’epoca Mitterrand, e di un capo del governo di destra, Chirac stesso.

Jacques Chirac fu il primo presidente a denunziare chiaramente e inequivocabilmente gli orrori della Francia di Vichy e di Pétain, chiedendo scusa pubblicamente da parte della Repubblica Francese alla comunità ebraica. Laddove Mitterand faceva apporre una corona di fiori nella tomba di Pétain a ogni anniversario della sua morte, Chirac non fece apporre alcuna corona di fiori fin dal primo anno del suo mandato. Lo annunciò pubblicamente e prese le distanze una volta e per tutte dal pétainismo sul piano più alto delle istituzioni francesi. Pétainismo che, invece, in Italia si annida persino dove meno te lo aspetti, nel momento in cui alcuni politici italiani hanno proposto la resa dell’Ucraina di fronte all’invasione armata dei russi. Hanno proposto, cioè, di comportarsi come si era comportato Pétain nel giugno del 1940.

Da laico convinto e difensore della separazione tra stato e religione, non volle che la costituzione europea contenesse un riferimento alle “radici cristiane”. Tutto ciò rimanendo cristiano nell’intimo e dicendo alla moglie, fortemente religiosa, di pregare per la sua anima di peccatore se fosse morto prima di lei, come è poi è successo.

Un uomo politico come Chirac è mancato e manca molto all’Italia, soprattutto alla destra italiana. Nel nostro Paese non c’è mai stata, infatti, una vera destra laica e democratica. Nemmeno un centro laico, visto che il centro andava sotto il nome di Democrazia Cristiana.

Per il suo secondo mandato, Jacques Chirac fu eletto al secondo turno con qualcosa come l’82% delle preferenze, contro il 18% alla Le Pen. Basta questa proporzione per rendersi conto come a lui fu dato mandato per un governo di una destra votata al dialogo e alla rappresentazione di tutto il corpo elettorale, anziché al populismo estremista ultranazionalista o “sovranista” che dir si voglia.

Al cospetto di quella francese, della quale Chirac è forse l’uomo storicamente più rappresentativo negli ultimi cinquanta anni di Storia, la destra italiana è rimasta nana. Affetta da un vergognoso nanismo politico figlio di una mancata analisi della propria storia.

Come appare evidente fino ad oggi, gran parte della destra italiana non ha mai realmente abbandonato due sciagure: il fascio-comunismo e il razzismo. Che hanno covato sotto la cenere per decenni, anche a causa di una scuola che non insegnava la Storia del XX secolo, sorvolando o persino censurando i mostruosi misfatti del fascismo italiano da un lato e dello stalinismo dall’altro. Finendo, oggi, per avere un ampio schieramento che si dichiara persino “equidistante” rispetto all’aggressione di stampo fascio-stalinista all’Ucraina.

Laddove in Germania c’è stata una grande riflessione sulle colpe di quel Paese con il nazismo, in Italia non c’è stata una riflessione sulle proprie colpe nei genocidi perpetrati dal criminale fascismo italiano nei Balcani e in Africa, solo per fare gli esempi più evidenti. Né c’è stata una riflessione reale della sinistra sulle colpe del comunismo, a vedere gi atteggiamenti nei riguardi della Russia di Putin e i suoi misfatti.

Laddove in Francia c’è stata una profonda riflessione sul collaborazionismo con i nazifascisti, appunto su Pétain, in Italia c’è stato ben poco. Persino nella cerchia dei cosiddetti “intellettuali” italiani, ormai quasi costantemente simili al Gambardella della “Grande Bellezza”.

In questo quadro, la Buona Destra rappresenta invece la coraggiosa istanza nel recuperare l’opera di Chirac quale uno dei modelli ai quali ispirarsi. Lo dice Flippo Rossi: in Italia manca la destra ispirata a figure come Chirac. Ed è per questo che porta avanti la costruzione di un partito come la Buona Destra, che si ispira ai valori rappresentati dall’ex presidente francese.

Oggi, l’Italia si ritrova non solo fascista e razzista in larga parte della popolazione ma persino nazi-comunista. Votata, cioè, alla dimenticanza delle grandi tragedie umane del XX secolo. Questa situazione ha prodotto nani politici, a destra e a sinistra, da decenni a questa parte. E contribuisce, orribilmente, al prolungarsi dell’aggressione di Putin all’Ucraina.

Oggi assistiamo in Italia si torna all’utilizzo della religione a fini politici. Si dimenticano secoli di storia, e non solo il XX secolo. Guarda caso, ai funerali religiosi e cattolici di Chirac, la famiglia ha scelto un preciso passo del Vangelo. Quello dove si legge: “ero straniero e mi hai accolto”.

A fronte delle sguaiatezze indicibili della cosiddetta “destra” e della “sinistra” italiane di oggi, la compostezza laica di tutto il gotha della politica francese ai funerali religiosi celebrati nella Chiesa di Saint-Sulpice a Parigi nel settembre del 2019 dovrebbe far riflettere.

 

 

Aggiornato da un articolo su Maredolce.com pubblicato in occasione dei funerali di Jacques Chirac il 30 settembre de 2019: https://www.maredolce.com/2019/09/30/quanto-manca-chirac-allitalia-ero-straniero-e-mi-avete-accolto/