blinken

Ebrei ammazzati dai terroristi ma per Blinken Israele deve fare “progressi”

Al summit che si è tenuto il 28 marzo scorso al David Ben Gurion Memorial Park di Sde Boker, in Israele, tra il segretario di stato americano Antony Blinken e il ministro degli esteri israeliano Yair Lapid, ancora una volta, abbiamo capito cosa intende l’Occidente per “agenda progressiva” nelle relazioni israelo-palestinesi. Ovvero continuare a chiudere gli occhi sui terroristi che ammazzano civili israeliani e permettere a chi sponsorizza questi assassini con l’obiettivo di distruggere lo Stato ebraico di rafforzarsi ancora.

In America e nei Paesi europei nessuno sembra essersene accorto, ma sono giorni che in Israele è tornata la paura: un terrorista arabo ha ammazzato 5 israeliani a Bnel Brak aprendo il fuoco con un fucile mitragliatore; in totale 11 israeliani sono stati ammazzati in una serie di attacchi terroristici avvenuti nel corso di una decina di giorni. Gli arabi palestinesi nella Striscia di Gaza e nella West Bank hanno celebrato gli attacchi, senza neppure rendersi conto che una delle vittime, l’ufficiale di polizia Amir Khoury, era un arabo israeliano.

Ma gli attacchi terroristici e i morti non sembrano aver scalfito la convinzione di Blinken che siano necessari dei “progressi” nelle relazioni tra israeliani e palestinesi. Progressi? L’unico progresso al momento è che i terroristi la smettano di sparare e ammazzare israeliani. L’unico progresso in Occidente sarebbe comprendere che sia nei territori che nell’”hamastan” sotto controllo islamista i ragazzini a scuola continuano a imparare l’odio contro gli ebrei.

Blinken ha condannato gli attacchi ma ormai è noto che vuol dire  la parola “progresso” nelle relazioni tra arabi e israeliani: nuove concessioni da parte dello Stato ebraico ai suoi nemici. Ci si sarebbe aspettati una condanna di chi vuol distruggere Israele, dell’antisemitismo, del fanatismo religioso che muove la mano degli attentatori e invece nulla di tutto questo.

Nel Negev la questione per gli americani è rimasta quella degli insediamenti ebraici, la cui sola presenza a quanto pare legittima gli attentatori dall’ammazzare civili innocenti. Come se gli insediamenti fossero paragonabili alla violenza micidiale di questi attacchi. Oggi come ieri. Come se non fosse chiaro a tutti che dietro l’escalation di attentati terroristici c’è la mano degli stati canaglia che da anni sponsorizzano il fondamentalismo antisemita palestinese.

Per cui l’Occidente si dia una regolata e il segretario di stato americano Blinken, pure: nessuna “agenda progressiva” rispetto agli storici Accordi di Abramo sarà possibile fino a quando gli stati canaglia continueranno a foraggiare il terrorismo islamico e arabo dentro Israele.