“E’ gioco d’azzardo”: la burocrazia ora vuole tassare anche il biliardino

Giù le mani dal calciobalilla, o biliardino che dir si voglia! Parliamo di un patrimonio nazionale, padrone assoluto delle giornate d’estate di generazioni e generazioni di italiani cresciuti sotto il patio degli stabilimenti balneari a giocare o ad assistere ad interminabili sfide all’ultima pallina! Un must, un mito intramontabile che adesso però è a rischio estinzione. Sì, perché a qualche burocrate del palazzo, che evidentemente non ha avuto un’infanzia felice, ha deciso di applicare una norma che in realtà esiste dal 2003 e che ora, tramite un decreto in vigore da questo mese, colpirà i tavoli da gioco e i flipper, equiparandoli al gioco d’azzardo. Con multe fino a 4mila euro per le strutture che li ospiteranno senza autorizzazione e senza aver pagato l’odioso obolo.

Il biliardino gioco d’azzardo! Il biliardino tassato! Siamo alla follia!

Per adeguarsi e non dover pagare le multe, molti stabilimenti stanno già rinunciando al calciobalilla, con grande disappunto di avventori grandi e piccini. Fino allo scorso anno non esisteva per il calciobalilla l’obbligo del pagamento dell’imposta sugli intrattenimenti applicata ai giochi a pagamento con vincita di premi, ma il decreto 65 del 18 maggio 2021 ha previsto che anche i locali in possesso di biliardini e flipper debbano versare la tassa, pari all’8% dell’imponibile medio forfettario oltre al limite iva, per ottenere la necessaria autorizzazione da parte dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli. Chi ha nel proprio esercizio biliardi, ping pong, flipper e biliardini dal primo di quseto mese dovrà pagare, e avrebbe anche dovuto fare richiesta per il titolo autorizzativo all’Agenzia delle Dogane entro lo scorso aprile, come usa per i videopoker. Quasi nessuno, però, si è adeguato, e molti non intendono pagare una tassa assurda e ingiusta. Pertanto uno dei giochi di intrattenimento più diffusi e appartenenti alla tradizione dell’estate italiana rischia di sparire per colpa della burocrazia.