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Draghi non demorde: dialogo possibile perché il popolo ucraino ha resistito

Al via in Aula al Senato la seduta per l’informativa del Presidente del Consiglio Draghi sugli ultimi sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina. “Mi soffermo sulla situazione sul terreno, sui negoziati, sugli sforzi italiani a favore dell’Ucraina. La guerra è giunta all’85 giorno: la speranza di conquistare vaste aree del paese in tempi brevi da parte dei russi s’è scontrata con la resistenza del popolo ucraina”, ha esordito il premier. Il costo dell’invasione russa in termini di vite umane “è terribile. La scorsa settimana sono state ritrovate fosse comuni anche a Kiev”, ha aggiunto Draghi. Per questa ragione, l’Italia “ha offerto tutto il proprio sostegno per indagare sui crimini di guerra”.

Prima di passare a parlare del viaggio negli Usa, il presidente del consiglio ha voluto “ringraziare il ministro Bianchi e il personale della scuola e i bambini italiani per questa meravigliosa manifestazione di amore collettivo”. “Ringrazio tutti gli italiani del terzo settore impegnati nell’accoglienza” dei profughi ucraini, ha detto Draghi visibilmente emozionato. “Per impedire che la crisi umanitaria si aggravi dobbiamo raggiungere prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire i negoziati: è la posizione dell’Italia, dell’Ue e che ho condiviso con Biden”, ha poi affermato. Negli “incontri” avuti a Washington, l’ex numero uno della Bce ha riferito di aver riscontrato “un apprezzamento universale per la solidità della posizione italiana, fermamente ancorata in campo transatlantico e in Ue”. Ed è questa posizione che “ci permette di essere in prima linea senza ambiguità nella ricerca della pace”, ha aggiunto.

I contatti tra “il capo del Pentagono e il ministro della difesa rappresenta un segnale incoraggiante dall’inizio della guerra”. L’espulsione di 24 diplomatici italiani dalla Russia “è un atto ostile che ricalca decisioni simili” verso altri paesi Ue, ha rimarcato Draghi. Ma “è essenziale mantenere comunque canali di dialogo con la federazione russa, è soltanto da questi canali che potrà uscire una soluzione negoziale”. A tal proposito Draghi ha detto: “Dovrà essere l’Ucraina a dire quale pace accettare” perché “una pace che non fosse accettatile dall’Ucraina” non sarebbe “una pace”, ha sottolineato l’ex governatore di Bankitalia.

L’Italia è favorevole all’ingresso dell’Ucraina in Ue, Mario Draghi l’ha ribadito parlando al Senato. Il premier ha inoltre annunciato un vertice con la Turchia ad Ankara a luglio. A proposito della crisi energetica Draghi ha detto: “Le stime del governo indicano che potremmo renderci indipendenti  dal gas russo nel secondo semestre del 2024: i primi effetti di questo processo si vedranno già alla fine di quest’anno. Durante la mia visita a Washington  ho condiviso con il presidente Biden la strategia energetica italiana e siamo d’accordo sull’importanza di  preservare gli impegni sul clima che l’Italia intende mantenere”.

Nelle battute conclusive dell’informativa al Senato Draghi ha spiegato anche: “Serve una iniziativa condivisa che sblocchi i milioni di tonnellate di grano bloccati nei porti nel sud ucraina: tutte le parti in causa aprano una parentesi umanitaria per evitare uno scenario che farebbe morire milioni di persone”. L’economista ha detto infine: “Voglio ringraziare la maggioranza e anche la principale forza di opposizione per il sostegno dato in questa crisi”.