È un errore che il governo non sia ancora intervenuto sul prezzo del gas. Che cosa aspetta Draghi? La riunione della UE sarà solo interlocutoria, molti paesi sono ancora contrari. C’è il rischio di una totale deindustrializzazione del Paese a livello di piccole, medie e grandi imprese. Sta avvenendo questo, non è una bufala. Quindi abbiamo bisogno non solo che Draghi vari subito un decreto per abbassare fino a fine ottobre il costo dell’energia, ma dobbiamo anche pensare a rimborsare le ultime bollette, altrimenti il sistema industriale salta”.
Carlo Calenda non fa sconti neanche all’uomo a cui si ispira e che vuole riportare a Palazzo Chigi. E vuole un immediato intervento di Mario Draghi per calmierare il costo dell’energia e rimborsare le bollette impazzite, senza neanche bisogno di aumentare il debito. “Secondo i nostri calcoli, la manovra di appiattimento delle bollette a non più del 4 per cento può essere fatta con le entrate fiscali aggiuntive che già ci sono – spiega -. Se dovesse esserci la necessità di fare un piccolo extra deficit, io proprio non mi porrei il problema, l’ho detto anche a Renzi. Servono 15 miliardi di euro di intervento per portare tutta l’industria manifatturiera energivora a pagare 100 euro a megawattora e rimborsare le bollette già arrivate”.
Un draghiano che chiede l’extradeficit, quando l’antidraghiana Meloni lo boccia. Una sostituzione di ruoli? Calenda non ci sta. “Meloni dovrebbe tacere, sono giorni che chiedo a tutti i leader un impegno sul rigassificatore di Piombino e non rispondono – dice a Repubblica -. Anzi, continuano a fare promesse che manderebbero a carte 48 il Paese, e intanto raccontano ai piombinesi che il rigassificatore si farà da un’altra parte. Ai contrari all’extradeficit dico che tutto quello che non spendiamo adesso lo spenderemo moltiplicato per dieci in cassa integrazione, reindustrializzazione del Paese, Naspi, reddito di cittadinanza. È il momento di rompere gli indugi, bisogna intervenire ora, altrimenti chiunque vincerà governerà sulle macerie del paese”.
Calenda incalza Draghi soprattutto per evitare che i cittadini inizino a guardare con sospetto al sostegno all’Ucraina, facendo il gioco filorusso di Lega, Forza Italia e M5S, che hanno una posizione indulgente verso Putin. “Per la prima volta Salvini a Cernobbio è tornato a collegare le sanzioni al gas (ricordo che non ci sono sanzioni sul gas), ha detto ‘dobbiamo ripensare le sanzioni perché stanno facendo più male a noi che a loro’, legando le due cose. Sarà un caso, ma il giorno dopo Putin per la prima volta ha detto con grande nettezza: ‘non vi daremo il gas finché non toglierete le sanzioni’. Cioé Salvini ha anticipato di 12 ore le posizioni di Putin. E sarà sempre un caso, ma Berlusconi ha ricominciato con la solita solfa ‘con me la guerra non ci sarebbe stata’. Non ho modo di affermare che ci sia un collegamento tra loro e Putin, ma di sicuro Salvini e Berlusconi hanno fiutato un cambiamento nell’opinione pubblica”.
“Discorsi assurdi, ma le persone che ricevono queste bollette impazzite le ricollegano alla guerra e incomincia a venir meno il sostegno all’Ucraina – conclude Calenda -. È questo il danno gigantesco che si sta producendo, che mette a rischio anche il posizionamento dell’Italia rispetto alla Nato e all’Ue. Anche per questo chiedo a Draghi di intervenire immediatamente. È diventata una questione di sicurezza nazionale: a un certo punto si arriverà inevitabilmente a una sorta di recovery europeo sull’energia, però nel frattempo noi dobbiamo agire perché il danno, una volta che si produce, è irreversibile: l’azienda che spegne l’altoforno non lo riaccende, oppure lo riaccende in Polonia”.