Draghi esca dall’ambiguità: l’Italia dica no al gas russo

“Abbiamo messo in atto sanzioni durissime, mai viste prima”, questo ripete in ogni occasione il nostro Presidente del Consiglio e con lui i principali leader europei. Ma i cittadini dell’Unione possono davvero essere certi che, escludendo ovviamente un intervento armato diretto, foriero di scenari apocalittici, si stia facendo tutto il possibile per fermare la guerra in Ucraina? E possono davvero essere certi che le durissime sanzioni e gli enormi costi della guerra faranno presto collassare l’economia russa, provocando una crisi irreversibile che avrà, come primo effetto, la destituzione del dittatore Vladimir Putin?

Purtroppo no. Purtroppo la gran parte della pubblica opinione non immagina neppure lontanamente che, ogni giorno, l’Europa deposita un miliardo di euro al giorno nelle casse del governo russo. Questa è l’incredibile cifra che la “solidale” Unione europea, Germania ed Italia in testa, mettono a disposizione della macchina da guerra di Putin, anche il giorno dell’invasione vigliacca, anche quello degli stupri, anche quello del bombardamento dell’ospedale pediatrico della città martire di Mariupol.

Noi europei dobbiamo stare dalla parte giusta della Storia. Noi europei vogliamo poter continuare a guardare negli occhi i nostri figli. Noi europei non possiamo accettare di essere complici di un genocidio solo per poter continuare a vivere nelle comodità. Diciamo no al gas ed al petrolio russo, ora, subito. Gli Italiani sono un grande popolo, generoso e solidale, nei momenti difficili siamo sempre stati capaci di unirci. Facciamolo anche questa volta.