“Draghi doveva restare. Colpa di Pd e M5s”. Berlusconi riscrive la caduta del governo

È incredibile. Dopo aver fatto cadere il governo Draghi, ora Silvio Berlusconi rilancia una sua personale versione dei fatti. Il leader azzurro riscrive la storia della fine dell’esecutivo e sostiene: «Avrei preferito continuasse fino alla scadenza naturale della legislatura». A circa un mese di distanza dalla caduta dell’ex numero uno della Bce, prima in un’intervista a «Libero Quotidiano» e poi parlando a «Politico.eu», il Cavaliere ha fornito una sorta di narrazione parallela di quanto accaduto a metà luglio nei palazzi del potere. A sentir lui il centrodestra non ha alcuna responsabilità: Berlusconi non ha infatti accennato ad esempio al fatto che la Lega aveva preso giorni prima ad attaccare il premier Draghi su taxi e balneari.

«Il rischio di astensionismo è molto alto. Questa è una delle ragioni – non la più importante, naturalmente – per le quali avremmo preferito che il Governo Draghi potesse continuare fino alla fine naturale della legislatura, e si andasse a votare nella primavera del 2023. Non è stato possibile, per il comportamento irresponsabile dei Cinquestelle e per le manovre ambigue del Partito democratico. E quindi non è rimasta altra soluzione che ridare la parola al popolo sovrano, cosa che in un Paese libero costituisce l’essenza della democrazia e quindi non è mai un male», queste le parole di Silvio Berlusconi in un’intervista a «Politico.eu». 

Che abbia il Cavaliere dimenticato sul serio la realtà? Che abbia scordato quando il 20 luglio al Senato Forza Italia e Lega uscirono dall’Aula, non votando la fiducia a Draghi, segnando così la caduta del governo? Gli Italiani hanno le idee chiare, non sono smemorati: ricordano pure che il M5s è rimasto in Aula a Palazzo Madama, scegliendo la formula “presente non votante”. Gli elettori sanno perfettamente chi sono stati gli “irresponsabili” di turno.