Dalle università all’energia, il Pnrr visto dal Mezzogiorno ha bisogno di una svolta

Il divario socio economico tra Nord e Sud ha assunto dimensioni allarmanti ed il Pnrr non sembra ispirato da una strategia vincente. E’ questo in sintesi il quadro tratteggiato dal professor Adriano Giannola.
In una bella intervista concessa a “Il Mattino” e confezionata con la solita grande efficacia da Marco Esposito, giornalista e scrittore da sempre in prima linea nel denunciare quella che può essere definita come la nuova “questione meridionale”, il Presidente della Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) non usa mezzi termini ed elabora un lucido ragionamento che collega il gap nella speranza di vita, con i bandi Pnrr sulla scuola, bollati come illegittimi perché in contrasto con la Costituzione.

Secondo Giannola: “Quando lo Stato individua un’esigenza su un diritto fondamentale, che sia la salute o l’istruzione, non può mettere a gara la sua attuazione mettendo in competizione gli enti locali. E’ lo Stato che deve organizzare l’offerta dei servizi”. Il professore ha anche individuato l’attore protagonista di questo processo. Si tratta delle Università che presentando nel loro statuto la cosiddetta “terza missione”, devono contribuire alla crescita morale e civile del territorio. Agli Atenei allora deve essere affidato il compito di elaborare progetti per la nascita di strutture fondamentali quali asili nido, scuole e palestre e questi progetti devono essere finanziati dai fondi del “Piano Nazionale di Riprese e Resilienza”.

Riguardo al Rapporto Bes dell’Istat, in merito all’aumento del divario Nord-Sud nella speranza di vita, Giannola ha identificato due concause: la scarsa efficacia dei sistemi sanitari del meridione e la insufficiente attività di prevenzione delle persone con reddito e livello di istruzione bassi. Come rappresentato più volte dalla Svimez, ad emigrare verso il Nord negli ultimi decenni sono soprattutto i giovani con elevato livello di istruzione e questo fenomeno ha determinato la ricomposizione della popolazione italiana.

Secondo Giannola, il conflitto in Ucraina deve indurre il Governo a ridisegnare i bandi del Pnrr, nella consapevolezza che con i nuovi scenari geopolitici e l’esigenza di affrancarsi dalla egemonia russa nel comparto energetico, torna centrale il ruolo del Mediterraneo e il Sud deve diventare il motore della crescita economica di tutto il Paese. Ma come? Innanzitutto puntando sui porti che affacciano sul Mar Mediterraneo e che rappresentano il collante con i paesi africani e poi ci sono sempre le otto Zes da far partire con maggiore decisione.

Ma è nel campo della svolta energetica che il Pnrr avrà un ruolo cruciale nello sviluppo meridionale ed assolutamente condivisibili sono le parole del Presidente Svimez. Bisogna infatti incentivare la crescita delle fonti rinnovabili, per diventare sempre meno dipendenti da quelle fossili. Una efficace politica di incentivo sull’eolico ed il solare vedrebbe inevitabilmente in prima linea i territori del Sud, che meglio si prestano allo sfruttamento delle risorse “verdi”. Per realizzare questo programma è necessario che l’esecutivo cambi in corsa la propria strategia del Recovery e, come ribadito proprio da Giannola, è necessario dare un’anima al Pnrr, nella consapevolezza che il conflitto ha modificato equilibri consolidati, restituendo al Mezzogiorno un ruolo centrale nello scacchiere politico ed economico europeo.