E si continuano a sentire posizioni ridicole di sostenitori dell’equidistanza, della “resa umanitaria”, di contrarietà all’invio di aiuti concreti alla nazione aggredita. Un “pacifintismo” di facciata che sottende posizioni di sostegno a favore dell’aggressore, di Putin. Che lo si voglia ammettere o meno. Che lo si voglia vedere o meno.
Continuano a farlo sostenitori di un ex premier che nel 2019 firmò l’aumento degli investimenti in spese militari e che oggi vi si oppone, minacciando la caduta del Governo. Lo stesso “Avvocato del Popolo” che in meno di 24 ore approvò, in tempi covid, una missione di aiuto russa da cui oggi si stanno togliendo i veli e si inizia ad intravedere tutta una serie di rapporti a dir poco “particolari”.
Continua a farlo il Kapitano con la sua claque, scordandosi di quando sosteneva la necessità di rendere più “libero” il porto d‘armi per tutti, ma che oggi si sente a disagio quando si parla di armi. Altro personaggio ed altra claque con intrecci, supporti e finanziamenti su cui ci sono molte perplessità e che fanno riferimento alla Russia, all’invasore, a Putin.
Continua a farlo il Presidente ANPI che si scorda i valori che dovrebbe diffondere l’associazione che presiede, in quanto per lui la Resistenza non può essere contro un regime affine. E continua a farlo nonostante gli “schiaffi” ricevuti e contenuti nelle recenti dichiarazioni del Presidente Mattarella e di Liliana Segre.
Continuano a farlo presunti intellettuali, neo geo-strateghi, novelli esperti di politica internazionale: le nuove categorie inflazionate nei talk show e che hanno sostituito virologi, veri o presunti, che hanno monopolizzato gli schermi negli ultimi due anni. Dagli Orsini ai Povia (Povia…?) sempre pronti a denunciare la censura attuata dai sostenitori del pensiero unico. E questa censura la denunciano rimanendo in TV 15 ore al giorno.
Infine, continuano a farlo centinaia di persone che si bevono fake news, che infarciscono il proprio pensiero di analisi dietrologiche prive di sostanza, che si sentono migliori ad essere sempre “controcorrente”. Contro corrente, senza una corrente di pensiero proprio, solo l’ostentazione di posizioni per mettersi in vista.
Per quei 15 minuti di celebrità o per quei due like sotto un post che ne riempiono l’ego. Nella vacuità dell’effimero del proprio profilo facebook, per sentirsi importanti, diversi, non soggiogati dall’imposizione di un pensiero. Godendo della popolarità derivante sempre da quei due miseri like.