forni crematori

Dagli stupri ai forni crematori, non c’è più limite all’orrore di Putin

“I russi ci hanno invaso dicendo che era pieno di nazisti. Guardate loro, guardate cosa ci stanno facendo. Vedrete quante Bucha ci saranno”. È una delle tante testimonianze choc raccolte in queste ultime ore sul fronte ucraino. I soldati russi non avrebbero solo sparato alla popolazione, violentato donne e bambini, ma anche razziato tutto quello che potevano, portando via soldi e gioielli. Ci sarebbero filmati (ora in corso di verifiche più approfondite) che mostrerebbero militari in fila agli sportelli postali di Mazyr, in Bielorussia, per spedire oggetti in Russia. “Tutto il mondo sta guardando Bucha ma consiglio di conservare spazio per altra indignazione perché arriveranno altre città di cui non sapete nulla che vi metteranno di fronte all’atrocità della guerra”, la voce rotta di un uomo che dice di aver perso tutto. A Mariupol i soldati russi avrebbero allestito crematori mobili per bruciare i corpi degli abitanti uccisi e coprire le tracce dei crimini contro i civili.

Secondo testimoni oculari l’esercito di Mosca avrebbe reclutato “terroristi locali” e di Donetsk in forze speciali per fare il lavoro sporco. “Gli assassini stanno coprendo le loro tracce. I crematori mobili russi hanno iniziato a operare a Mariupol. Dopo il genocidio avvenuto a Bucha, che ha avuto risonanza a livello internazionale, la massima leadership russa ha ordinato la distruzione di qualsiasi prova dei crimini del suo esercito a Mariupol”, si legge in una nota diffusa diffusa Comune di Mariupol su Telegram, citato da Unian. “I Russi hanno trasformato Mariupol in un campo di sterminio. Questa non è più la Cecenia o Aleppo: è la nuova Auschwitz”. I forni mobili verrebbero usati anche per cremare i soldati russi: “Il Cremlino non vuole mostrare i morti per evitare la crescita del malcontento in patria”, ha detto la vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk.

Non meno agghiacciante il racconto dell’inviato del «Corriere della Sera» Lorenzo Cremonesi ora a Borodyanka, altra città martoriata da raid e spari. Ha ascoltato gli sfoghi dolorosi di chi è sopravvissuto all’inferno: “I Russi hanno paura e quando sono spaventati diventano cattivi, crudeli, minacciano, uccidono e non hanno rispetto per la vita. Ci hanno impedito di salvare i nostri amici che chiedevano aiuto per giorni da sotto le macerie”.

La procura generale di Kiev ha fatto sapere che sono circa 5 mila i casi di crimini di guerra raccolti finora durante il mese di attacco russo Un bilancio che si aggrava di giorno di giorno. Si parla anche dell’orrore degli stupri: sono 25 le donne e le ragazze che hanno denunciato di essere state violentate dai militari dell’esercito di Putin a Bucha.