Putin

Da siciliano vi dico perché i metodi di Putin sono mafiosi

Sulla Finlandia che chiede liberamente e democraticamente l’accesso alla Nato per garantire la propria sicurezza si riscontra il solito atteggiamento mafioso di Putin: minaccia rappresaglie, teste di vitello tagliate, taniche di benzina davanti al negozio, non appena qualcuno si rivolge alla legalità e cerca aiuto presso le forze dell’ordine per difendere la propria casa e i propri cari dall’aggressione mafiosa già avvenuta per i vicini.

In Sicilia lo conosciamo bene questo atteggiamento. È quello dei mafiosi. Putin è un mafioso certificato su scala mondiale. Lo dimostra adesso sulla decisione della Finlandia e della Svezia di entrare nella Nato, ma lo ha dimostrato in molte altre occasioni. La più lampante, la più evidente in quanto a modalità tipiche della mafia è proprio quella riguardante l’Ucraina.

Dal 2014 a oggi Putin ha scatenato orde di dis-informatori, specialmente in Italia, per minare lo Stato ucraino e raccontare falsità di ogni genere sul conto degli ucraini. Ha operato come fa la mafia nel cercare di isolare la propria vittima e poi colpire. La ha intimidita sottraendo una parte dell’Ucraina al legittimo proprietario sotto minaccia, proprio come fanno i mafiosi. È così che si è impossessato della Crimea e del Donbas, armando e fomentando l’odio dei separatisti. Lo ha fatto, oltretutto, utilizzando vere e proprie bande di mafiosi locali che si sono impossessati delle due regioni “secessioniste” del Donbas.

Due repubbliche che sono rette da vere e proprie bande di mafiosi dello stampo di Riina o Messina Denaro, ma molto meglio armate. Un poco come fanno i mafiosi che bruciano i magazzini di un imprenditore, Putin ha messo a ferro e fuoco il Donbas per poi dire in giro che l’incendio lo aveva provocato l’imprenditore e non lui. Tutto ciò con la continua “offerta che non si può rifiutare”. E cioè l’offerta di assicurare “protezione”, pena incendi e attentati se non si accetta la protezione mafiosa.

Nel 2021-2022, dopo essere riuscito a propagandare le sue menzogne sugli ucraini, e credendo di avere abbastanza sostegno sia in Ucraina che altrove, ha minacciato di bruciare le intere proprietà della sua vittima se non le avesse cedute “di propria volontà”. Ha infatti minacciato di invadere l’intera Ucraina e incendiarla se non si fosse “spontaneamente” consegnata alla Russia. Metterla a ferro e fuoco nel caso in cui l’Ucraina non avesse accettato la sua “offerta irrifiutabile” di “garantirne” la sicurezza. Con lo stesso metodo, ha minacciato l’intero Occidente di guerra mondiale, di missili strategici e di tutto ciò di cui ha a disposizione, se l’occidente – essenzialmente la Nato e l’UE – non avesse accettato la sua offerta di “garantire” la “scurezza” dell’Europa con i suoi metodi. Che sono i metodi, appunto, della mafia.

Al rifiuto evidente dell’Ucraina e dell’Occidente, ha messo in atto la minaccia mafiosa: ha effettivamente invaso l’Ucraina. Confermando, così, il metodo mafioso che ha sempre utilizzato secondo l’escalation più tipica: la richiesta, poi la minaccia, poi l’intimidazione, quindi l’attentato, ulteriore minaccia, offerta “che non si può rifiutare”, ulteriore minaccia, incendio… Un metodo basato sul ciclo continuo di “benevoli offerte” alternate a minacce e attuazione delle minacce che è in tutto e per tutto uguale a ciò che Putin sta facendo per Finlandia e Svezia. In questo caso siamo alla “colla sul catenaccio” del magazzino: il taglio dell’energia elettrica alla Finlandia.

Ovvio, però, che ormai le vittime si sono rivolte alla polizia: se non altro al proprio esercito, ma anche al quadro di legalità internazionale. E ad altri eserciti alleati, se necessario. Ben armati e strutturati nell’alleanza anti-fascista e anti-mafiosa che è la Nato. Di fronte a tutto questo, ci sono in Italia formazioni politiche che vorrebbero invece lanciare negoziati di “pace” con Putin. In pratica, vorrebbero trattare con Putin. Il che equivale a dire che vorrebbero cedere alle minacce: pagare il pizzo, eventualmente pagare con l’intera disponibilità del proprio – o altrui – negozio cedendolo al mafioso, assecondando le “offerte non rifiutabili”.

Dopotutto, la Russia di oggi somiglia a una gigantesca, immensa, Sicilia. La peggiore Sicilia, ovviamente. Non la migliore. Non la Sicilia antimafia, ma la Sicilia mafiosa. Fa specie che in Italia, e anche in Sicilia, ci siano formazioni politiche che in passato hanno denunciato più volte la cosiddetta “trattativa Stato-mafia”. Salvo, oggi, a caldeggiare la trattativa Stato-Putin. E persino la trattativa EU-Putin. Cioè, vorrebbero intavolare una trattativa tra l’Unione Europea e il mafioso massimo planetario del nostro tempo.