Crisi internazionale e buchi di bilancio, il problema del Governo Meloni

Entriamo subito nel merito della questione: il problema del Governo Meloni è il disavanzo di 30 miliardi di euro nel bilancio. L’inflazione cresce, ma nel primo anno la ragioneria dello Stato può contare su un margine finanziario maggiore a causa di meccanismi e tecnicismi vari. Con l’aumento dell’inflazione, tuttavia, nel secondo anno di governo aumentano anche le spese, e qui risiede il problema. L’inflazione sta crescendo smisuratamente, innanzitutto a causa dell’aumento dei costi energetici, poi abbiamo l’inflazione dei costi nell’edilizia, attribuita dagli esperti al super bonus del 110%. Come se non bastasse, dobbiamo fare i conti con l’aumento del debito pubblico. La Banca Centrale Europea ha, infatti, aumentato i tassi di interesse. Il problema per il Governo Italiano è la situazione internazionale, innescata dalla crisi nel settore immobiliare dei colossi Evergrande e Country Garden in Cina, e dalla crisi democratica americana con la sfida tra Biden e Trump. In questo contesto, l’Europa appare debole e poco incisiva. Inoltre, non possiamo trascurare la guerra tra Russia e Ucraina, con l’Ucraina destinata a entrare in Europa dopo la fine del conflitto.

Proseguiamo ora con ordine: in Italia si sta discutendo dell’aumento del salario minimo, grazie a una proposta di legge emersa da un incontro tra Meloni e le opposizioni, in particolare il PD di Schlein e il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. La proposta di legge, il cui primo firmatario è stato proprio il leader dei pentastellati, stabilisce in articolo 7 la creazione di un fondo pubblico per aiutare le imprese. Questo implica che il fondo sarà finanziato dalla fiscalità generale dello Stato, con il rischio di aumentare il debito pubblico. Ma per evitare l’aumento del debito pubblico quando si vogliono erogare fondi ai cittadini e alle imprese, sarebbe opportuno farlo attraverso una revisione delle spese, come è stato fatto con i famosi 80 euro del Governo Renzi. Inoltre, è mancata la promessa di ridurre le accise sulla benzina, e sono stati concessi 890 milioni di euro alle squadre di calcio. Emergono poi questioni relative all’immigrazione, al programma turistico “Open To Meraviglia”, che non ha dato i frutti sperati, al mancato taglio del cuneo fiscale, al blocco degli investimenti fotovoltaici causato da una burocrazia paralizzante. In sintesi, queste questioni suggeriscono che il Governo, inizialmente sulla scia di Draghi, abbia perso oggettivamente la via e non riesca a risolvere questioni di grande importanza.

Chi governa il nostro Paese deve comprendere che gli italiani hanno bisogno prima di tutto di una seria riforma del cuneo fiscale e di un taglio netto dello stesso. Inoltre, c’è una questione ancora più rilevante da affrontare, relativa al settore immobiliare. Le case degli italiani invecchiano, le nuove generazioni sono più povere di quelle precedenti e non hanno i mezzi per comprare casa o sostenere mutui a tassi crescenti. Incentivare le ristrutturazioni è dunque necessario. Perciò, dovremmo puntare sulle ristrutturazioni per dare a chi riceve una casa in donazione l’opportunità di ristrutturarla agevolmente e senza preoccupazioni. Inoltre, è indispensabile riformare l’ISEE, poiché è assurdo che molti cittadini si trovino nella situazione di possedere proprietà ma abbiano un lavoro poco redditizio o saltuario. Questi cittadini continuano a essere tassati come se fossero ricchi, rischiando di dover vendere le proprietà per vivere decorosamente. Senza lavoro, non è possibile fare nulla; è qui che bisogna intervenire.

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Vi è poi il serio problema dei debiti delle famiglie e delle imprese italiane. Prendiamo ad esempio Equitalia: i dati sono spaventosi, solo il 20% di coloro che hanno un accordo di condono fiscale o di rottamazione con Equitalia riesce a pagare. Questo dato è impressionante e richiede un intervento diverso. Inoltre, per quanto riguarda Equitalia, non si riesce a distinguere tra il grande evasore e chi si trova in una situazione di difficoltà estrema in modo involontario. Tutto viene mescolato in modo ingiusto, pur rimanendo il fatto che i debiti vanno pagati senza dubbio alcuno. Il sistema educativo e scolastico presenta molteplici criticità; la scuola non forma più come un tempo, il che mette in crisi le nuove generazioni che, diventate adulte, non riescono a educare adeguatamente i propri figli. Questo è evidente nell’aumento del bullismo e dei comportamenti violenti tra i giovani.

La Meloni ha un ruolo cruciale da svolgere non solo per quanto riguarda la destra italiana, che dopo essere stata accettata in Italia sta cercando legittimazione in Europa, spiegando così la sua linea europeista e filoamericana. Bisogna cambiare l’Italia, senza scorciatoie possibili. Le prossime elezioni europee ci diranno quale sarà il ruolo dell’Europa nei prossimi anni e come si delineerà il futuro della Destra italiana e del governo Meloni. Il punto di forza del Primo Ministro risiede nel fatto che le opposizioni guidate da Schlein e Conte sembrano incapaci di offrire un’alternativa solida e duratura alla destra italiana. Continuo a pensare che sia necessario creare un partito di Centro che possa interloquire in Europa e gettare le basi per un cambiamento radicale per un’Italia che dovrà essere protagonista o rischia di diventare vittima delle scelte internazionali e delle nazioni più forti al di fuori dei suoi confini. Il contesto geopolitico sta evolvendo verso un bipolarismo tra America e Cina. La crisi russa sembra destinata a renderla una succursale cinese, il che comporterà che Francia, Italia e Germania dovranno collaborare. Proprio per questo motivo, la Meloni riprenderà i rapporti con la Francia e Macron.

Siamo a un bivio, senza possibilità di tornare indietro. Giorgia Meloni è molto intelligente, ma deve avere il coraggio di agire e concretizzare le sue idee. Deve avere il coraggio di adottare una visione internazionale invece che populista. Apprezzo personalmente i suoi sforzi a livello internazionale, ma per quanto riguarda la politica interna, bisogna lavorare molto e meglio poiché le famiglie e le imprese stanno soffrendo. Ecco perché il peggior nemico della Meloni non risiede nelle opposizioni parlamentari, ma è piuttosto il contesto economico e internazionale.