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Cottarelli: «Bollette più care, ma a che prezzo importiamo gas? Servono mix energia e nucleare pulito»

«Nel lungo periodo occorre puntare sul nucleare pulito di quarta generazione». Per Carlo Cottarelli potrebbe essere questa la strada per contrastare la dipendenza dal gas russo. In un’intervista su «Il Dubbio News» l’economista ha poi messo un punto interrogativo sul prezzo a cui le compagnie energetiche, importano il gas, perché «potenzialmente c’è il rischio che stiamo pagando bollette più care rispetto a quello che dovremmo». 

È necessario ragionare su delle alternative al gas proveniente dalla Russia, Cottarelli non ha esitazioni a riguardo, concorda pienamente con quanto detto dal premier Mario Draghi in Parlamento: «Occorre rivedere tutta la politica energetica e spingere su tutte le leve, compreso il superamento di quei vincoli che esistono all’uso delle rinnovabili. Se iniziassimo a mettere i pannelli solari su tutti i ministeri di Roma, forse si recupererebbe un po’ di energia. Poi però c’è la soprintendenza che dice che non si può e tutto si blocca. Lo stesso vale per le pale eoliche, che come sappiamo piacciono e non piacciono».

L’ipotesi della riapertura delle centrali a carbone invece non convince l’economista: «A me non piace per niente questa idea, ma se ci fosse una chiusura dei rubinetti del gas andrà fatto. (…) Ma non è che si risparmierebbe molto da questa riapertura. Importiamo più del 40 per cento del gas e la riapertura è vero non causerebbe molto inquinamento perché sono poche centrali ma non risolverebbe il problema. È vero che siamo a marzo e l’inverno è quasi finito, ma ricordiamoci che il consumo di elettricità è alto anche in estate per via dei condizionatori».

Riusciremo a ricevere più gas da Azerbaijan, Algeria, Tunisia e Libia? «Me lo auguro. Bisogna cercare di ricevere più gas dal Tap e dovremo vedere se sarà possibile prenderne di più dall’Algeria. Nel lungo periodo occorre però puntare sul nucleare pulito di quarta generazione, senza avere paura e facendo ricerca in questo campo. Servono tutte le fonti possibili, con meno vincoli», ha dichiarato Cottarelli. L’esperto non si è sbilanciato su scenari futuri, sulle conseguenze della guerra ucraina sull’economia italiana: «Più in generale, il problema sarà un aumento dei prezzi che taglia il potere d’acquisto. Altro dipenderà da un’evoluzione drammatica della guerra e da eventuali decisioni di Putin».