“Combatteremo ancora!”, la Kalush Orchestra torna in Ucraina dopo l’Eurovision

“Invitiamo chi non lo ha ancora fatto a vedere il video di ‘Stefania’, la nostra canzone: fa vedere il nostro Paese così come è oggi. Non potevamo fare diversamente: tutti devono vedere come vediamo la nostra madrepatria Ucraina. Il nostro obiettivo era far conoscere la nostra cultura a tutto il mondo: vogliono ucciderla, ma deve sopravvivere. Attraverso l’Eurovision il mondo ha potuto apprezzare la nostra lingua, la cultura e la musica”.

Il tempo di salire sul palco dell’Eurovision Song Contest, trionfare con la canzone “Stefania”, dare un bacio alla sua fidanzata Oleksandra fuori dall’hotel di Torino e via, si torna in Ucraina. Al fronte. A combattere. Invitando però prima tutti a vedere il video della canzone, girato a Borodyanka, Irpin, Bucha e Gostomel, le città ucraine martoriate dall’occupazione delle forze russe.

Oleh Psjuk, cantante e leader della Kalush Orchestra che sabato sera ha vinto la competizione musicale europea, è salito su un taxi annunciando che lui e la band oggi ripartiranno per raggiungere Kiev. “Riprenderemo a combattere – ha detto -, torneremo a casa a combattere come ogni ucraino. La nostra gente è bloccata nell’acciaieria Azovstal e non possono uscire. Bisogna farli uscire e per farlo abbiamo bisogno di far circolare le informazioni, di fare pressione sui politici”.

“Ci occuperemo delle nostre attività, io tornerò a occuparmi dell’organizzazione di volontariato che ho fondato e con cui aiuto le persone a trovare alloggio, medicine o a spostarsi -dice ancora -. Ogni ucraino in questo momento ha una priorità, aiutare e condividere ciò che può con gli altri. Abbiamo una chat telegram in cui ognuno può scrivere di cosa ha bisogno. Tutti comprendono l’importanza della pace quando inizia la guerra, ora noi ucraini lo capiamo profondamente. Sogniamo il giorno in cui la pace arrivi in tutto il nostro Paese, senza vedere più i missili che colpiscono le case. Vi auguro la pace – conclude -: non dimenticate l’Ucraina, le nostre radici, tenetevi forti insieme. Slava Ukraini!”.