Colombo contro la linea dura: “Bisogna stare sui territori, educare”

In un’intervista rilasciata al «Corriere della Sera» l’ex magistrato Gerardo Colombo ha detto di non condividere la linea dura del governo Meloni: «Non è che il timore del carcere comporti necessariamente l’astensione da commettere reati». Il giurista, che è stato tra le tante cose anche magistrato dei provvedimenti sui minorenni ha dichiarato fermo: «Secondo lei, è attraverso la minaccia di una punizione che si riesce a fronteggiare la trasgressione oppure attraverso l’educazione?».

Educazione sì, familiare e scolastica, ma non solo. Colombo non ha dubbi: «Scolastica familiare, televisiva e attraverso i social. Vivi dove la violenza degli adulti è frequente, guardi la tv e vedi uccidere dalla mattina alla sera, i notiziari parlano di ammazzamenti in continuazione, ci sono un sacco di serie, film e trasmissioni in cui viene sostanzialmente esaltata la violenza, sia del trasgressore sia delle forze dell’ordine. A furia di far vedere che si ammazza, la gente impara ad ammazzare. Sui social fa furore il degrado della dignità delle persone». Poi la precisazione: «Se guardiamo dal campo educativo, credo servirebbe presenza costante di controllori nel territorio. Un conto è fare i blitz come a Caivano, un conto è che esista una presenza visibile e di una certa costanza che non appaia come il segno di una repressione, ma appunto di un controllo».

Per l’ex magistrato più carcere per i minori non serve a niente: «Forse anche tra chi governa c’è chi ritiene che il carcere serva a poco. Da una parte non è detto che minacciando una pena poi si sia in grado di infliggerla e di eseguirla; dall’altra, quando ci si riesce, 70 volte su cento l’ex detenuto torna a delinquere. Addirittura, soprattutto in certe zone e per la criminalità non sporadica, senza nemmeno arrivare a quella organizzata, il carcere costituisce un titolo di merito nella carriera delinquenziale. Bisognerebbe insistere sull’altra strada, quella culturale».

Colombo trova che anche il carcere per i genitori sia un altro provvedimento punitivo: «Non è attraverso l’imposizione ai genitori che si risolve il problema, ma andando a vedere quali sono le condizioni della famiglia e perché i figli non vengono mandati a scuola che ha tanti problemi ed ha bisogno di risorse e di contenuti. Quanto alle prime, leggo che il dl prevederebbe somme a favore della scuola, questa mi sembra una buona notizia. Per i secondi, andrei a rivedere gli esperimenti di recupero della frequenza scolastica». Sul finale Colombo ha chiarito il suo pensiero anche sui social, per lui i ragazzi hanno bisogno di ascolto: «Mi pare il contrario di quello che si sta facendo».