di Marco Mensi
La Polonia è storicamente un paese molto cattolico al punto che durante la guerra fredda, sebbene fosse soggetta all’ influenza sovietica e quindi governata dai comunisti, ha saputo esprimere il primo Papa non italiano dopo molto tempo; e gli storici vedono proprio in Karol Woytila, ovvero Giovanni Paolo II, l’ artefice insieme a Ronald Reagan del “collasso comunista” nell’ Europa Orientale.
L’ influenza della Chiesa ha però favorito politiche molto conservatrici e non sempre all’ avanguardia nella tutela dei diritti civili, per le donne in modo particolare. Non è quindi un caso se la legge sull’ aborto approvata nel 1993 sotto la presidenza di Lech Walesa non consentiva alle donne di interrompere volontariamente la gravidanza dopo le prime 12 settimane (come avviene per esempio in molti paesi dell’ Unione Europea) ma autorizzava l’aborto esclusivamente in caso di malformazioni irreversibili del feto, nell’ ipotesi di pericolo di vita per la donna incinta oppure quando la gravidanza era dovuta ad uno stupro.
Tutto questo non bastava però alla Chiesa polacca che ha approfittato del vento sovranista che ha contagiato il paese per farsi promotrice di una svolta ancora più rigida.
Ricordiamo che oggi tanto il presidente Duda quanto il governo sono espressione del partito Diritto e Giustizia (PiS) fondato dai fratelli Kaczynski, fieramente nazionalista e anti/europeo e che trova i suoi maggiori consensi proprio nelle zone rurali dove la Chiesa è più forte. E il prezzo che il PiS ha pagato per l’ appoggio della Chiesa è sotto gli occhi di tutti : Il Tribunale Costituzionale Polacco con sentenza del 23 Ottobre scorso ha bocciato la legge sull’ aborto laddove consentiva di interrompere la gravidanza nei primi 12 mesi anche per malformazioni irreversibili del feto, restringendo ancora di più la libertà di scelta della donna.
Tale decisione ha scatenato proteste in tutto il paese che ha visto i manifestanti letteralmente inferociti attaccare le chiese e infierire addirittura sulle statue di Giovanni Paolo II. Tutto questo è avvenuto in piena pandemia, con il paese in lock down, nella speranza che tale provvedimento passasse inosservato; ma così non è stato.
La Polonia insegna all’ Europa i danni che può causare un governo sovranista e populista nel peggior significato della parola : un paese dove la linea di confine tra potere giudiziario e potere esecutivo è sempre più sottile, al punto che dopo la nomina di nuovi Giudici super/conservatori nel Tribunale Costituzionale effettuata dal governo aggirando le normali procedure, la stessa Unione Europea ha minacciato sanzioni ad hoc. Un paese dove anche la separazione tra Stato e Chiesa è sempre più sfumata e dove una gerarchia ecclesiatica conservatrice e addirittura ostile a Papa Francesco vuole guidare la politica del governo verso posizioni oggettivamente anti/storiche .
Dobbiamo pensare che anche in Italia i politici sovranisti come Salvini e Meloni pubblicizzano la loro fede religiosa in ogni modo possibile, il capitano leghista gira sempre con un rosario e non perde occasione per baciarlo davanti alle telecamere mentre la “sua collega della Garbatella” dichiara ai “quattro venti” di essere una madre e una cristiana… E non è sempre un caso che Salvini polemizzi con Papa Francesco, appoggiandosi anche lui alle frange più reazionarie della chiesa cattolica.
Davanti a tutto questo non possiamo restare in silenzio, l’ Italia ha bisogno di una destra moderna e laica, che rispetta la religione ma che non si fa condizionare da dogmi e pregiudizi; per questo motivo è nata la Buona Destra, perchè la risposta al sovranismo può arrivare solo da destra e non certo da una sinistra legata a vecchie ideologie e a vecchie logiche di pensiero.