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Ci mancava l’oligarca russo ucciso dal veleno di rospo nel rito sciamanico!

Nuovo decesso “sospetto” a Mosca. Le morti avvenute in strane circostanze di manager russi nel settore del gas toccano ora pure il comparto petrolifero. L’ultima dipartita in ordine di tempo è quella di Alexander Subbotin, ex top manager di Lukoil, che ha preso le distanze dall’invasione dell’Ucraina. L’uomo sarebbe morto durante un trattamento da uno sciamano, a Mytishchi, a nord-est della capitale russa, con veleno di rospo, per riprendersi dai postumi di una sbornia. Una stravaganza senza dubbio, ma non è una bufala: a riferire i dettagli il «Moscow Times».

Subbotin e la moglie, pare si sottoponessero spesso a sedute “di trattamento con veleno di rospo”. Il motivo? Curare la dipendenza dall’alcol. La pratica prevedeva di procurarsi dei tagli dove poi iniettare del veleno di rospo. Durante l’ultima seduta però le cose sarebbero andate diversamente dal solito: Subbotin si è sentito male, il siero si è rivelato letale. Lo sciamano e la moglie non hanno voluto chiamare i soccorsi, come hanno rivelato i media locali. Si sarebbero affidati ad un sedativo a base di erbe naturali. Il petroliere è stato lasciato così in un seminterrato perché dormisse un po’. Riposo eterno, verrebbe da dire. Il dirigente infatti non si è più svegliato. Sulle cause indaga già da domenica la polizia locale e non è ancora chiaro se anche la moglie del dirigente si sia sottoposta allo stesso rito o si sia limitata ad assistere.

Da gennaio ad oggi sono state otto le morti sospette tra i vertici delle compagnie del settore energetico in Russia. Sembra sul serio di essere in un thriller poliziesco alla Hitchcock. Martedì scorso è arrivata la notizia della scomparsa di Andrei Krukowski, che dirigeva un resort di Gazprom. Secondo i resoconti ufficiali, l’uomo è morto cadendo da una scogliera.