Caro Orsini delle tue elucubrazioni non frega niente a nessuno. Il problema è chi ti applaude

Non ce ne voglia Orsini, di professori bravi come lui, altrettanto esperti e altrettanto seri, ce ne sono a migliaia in tutto il mondo. E sì, di questi altrettanti professori altrettanto tecnici, altrettanto bravi, altrettanto rigorosi, in moltissimi hanno idee diverse dal professor Orsini, anzi, in moltissimi hanno idee diametralmente opposte. Basta questo per dire che no, che il professor Orsini non può aver ragione solo perché è professore, solo perché è tanto razionale, solo perché mamma mia quanto è colto e quante cose sa, perché quanto parla bene… saremmo nel campo scivolosissimo di un tecnopopulismo che delega alla “sapienza” il monopolio della verità. Peccato che, poi, esce sempre una verità più verità. E poi un’altra, e un’altra, e un’altra, e infinite “altre verità” altrettanto cattedratiche, altrettanto tecniche, altrettanto meticolose…

Per questo interessano pochissimo le elucubrazioni tecnico professionali di Alessandro Orsini. Per questo invece interessano moltissimo le motivazioni irrazionali dei suoi plauditori. Dispiace deludere il professore ma il suo successo mediatico di questi giorni non deriva affatto dalla sua indiscussa bravura professionale nella Sociologia del terrorismo. Troppi ce ne sono come lui. No, il suo successo va cercato nella testa di chi lo applaude come un novello vate, nella testa di chi ascolta le sue parole ma le riempie di sentimenti, passioni, odi, ideologie che nulla hanno a che fare con la professionalità, il rigore scientifico, la retorica sapienzale…

E allora è inutile che Orsini si affatichi a spiegare nelle interviste cosa davvero pensi lui. Di quel che pensa davvero lui non frega niente a nessuno. Non frega, soprattutto, a chi si strappa i capelli a ogni sua dotta argomentazione. Perché Orsini è diventato un feticcio in cui ognuno può metterci ciò che vuole: gli antiamericani ci mettono il loro odio; la casalinghe di Voghera tutta la loro paura; i nazisti la loro voglia di vendicare l’aquila teutonica, i pacifisti le loro illusioni ireniche, i cattolici le loro giuste preghiere, i comunisti la loro voglia di vendicare il compagno Stalin, quelli di destra ci mettono il loro organicismo illiberale, quelli di sinistra ci mettono il terrore di doversi alzare dal loro comodo salotto, il “popolo del web” ci trova il gusto perverso per i complotti, i conservatori la loro fatica nel pensare un mondo nuovo, i populisti la loro utopia che la politica non serva più a nulla….

Queste istanze psicoculturali si ritrovano tutte insieme appassionatamente in un’unica frase del professor Orsini, l’unica davvero bestiale, l’unica che ancora campeggia in apertura sul sito diretto da lui stesso in un’inquietante autointervista: “L’Ucraina è persa”. Una previsione druidica che assomiglia davvero troppo a una speranza. La speranza che qualcuno la faccia pagare a questo maledetto Occidente. Che però, qualche volta qualcuno lo dovrà pur dire, è la nostra benedetta casa.