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Caro Letta, sulla transizione ecologica ha ragione Draghi

Anche Enrico Letta sembra sia entrato in modalità “campagna elettorale”. Non solo Matteo Salvini, Giuseppe Conte. Deve essere qualcosa che si attacca come un raffreddore. Dire “le scelte del governo Draghi sull’ambiente diverse dalle nostre”, come si vede a caratteri cubitali nel titolo dell’intervista che il segretario dei Dem ha concesso a «Repubblica», suggerisce un netto cambio di passo. Ed è un virgolettato inopportuno (soprattutto in vista del 21 giugno, in cui si teme un ‘trappolone’ per Draghi, che dovrà riferire in Parlamento sull’invio delle armi in Ucraina) che, senza dubbio, deve aver infastidito il presidente del consiglio, che si trova a Parigi, alla riunione ministeriale dell’Ocse. Perché “ogni limite ha una pazienza” direbbe Totò e sul serio non si riesce a capire come l’ex numero uno della Bce sia in grado di restare pacato con tutti questi continui scossoni che arrivano da più parti. Una maggioranza in costante fibrillazione.

Il segretario del Pd Enrico Letta giudica la convulsa giornata di votazioni al Parlamento europeo sul pacchetto “Fit for 55” un “bicchiere mezzo pieno”: “Il pacchetto Fit for 55 è davvero molto ambizioso e ieri ne è stata approvata una parte importante, quindi per me è un’ottima notizia. La parte che è rimasta bloccata andrà ai tempi supplementari, e io spero che la si riesca a sistemare prima del fischio finale. Dobbiamo una risposta ai nostri figli, ai ragazzi di Fridays for Future che a migliaia invasero le città di tutto il mondo nel 2018 e 2019. Ieri una risposta parziale c’è stata”.

Nella giornata di ieri il ministro Cingolani si era detto d’accordo con l’emendamento del Ppe per frenare sul bando totale alle auto a combustione nel 2035. Ed è commentando questa scelta che Letta ha preso le ‘distanze’ da Draghi: “Il nostro è un governo di coalizione, con all’interno forze politiche che ieri hanno votato in modo opposto a Strasburgo. Ed è un caso abbastanza unico in Europa. Prendo atto della scelta che l’esecutivo sta facendo, ribadendo che è diversa dalla nostra. Ne discuteremo con la massima attenzione”, ha sottolineato l’ex premier. “La nostra strategia energetica di lungo periodo deve essere di decarbonizzazione, di spinta sulle rinnovabili”, ha spiegato il leader dei Dem, delineando cosa pensa il Pd.

Sulla transizione ecologica però ha ragione Mario Draghi. Il progetto delle Hydrogen Valley pone l’Italia «in linea con i migliori Paesi Ue in un settore strategico per il futuro», come ha spiegato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani alla cerimonia per la firma dei primi protocolli Pnrr per i progetti bandiera delle Regioni a Palazzo Chigi. Un piano che consentirà «il recupero di territori dismessi e l’installazione di nuove tecnologie». Grazie ad esso saranno costruiti distretti per l’idrogeno verde, che è prodotto con la tecnica dell’idrolisi che dovrebbe essere alimentata a sola energia elettrica verde.