Salvini Giorgetti

Caro Giorgetti, molla Salvini e facciamo una destra moderna e occidentale!

“Ho già avuto modo di dirlo, sono proposte suggestive però bisogna muoversi di concerto con il governo. Sono questioni di portata mondiale, quindi ciascuno deve dare il suo contributo ma all’interno di percorsi che sono molto molto complicati”. Con queste parole il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti a Parma, all’assemblea annuale con la locale e potente Unione industriali, ha bocciato la ‘nobile’ iniziativa del segretario del Carroccio di recarsi a Mosca. Lo stesso Giorgetti, riferendosi al premier, ha aggiunto: “Sul fronte politico evidentemente in certe situazioni il senso di scoramento pervade. Dopo di che c’è un senso di responsabilità che fa sì che Draghi si faccia carico di prendere la croce e la porti avanti fino in fondo. Alla luce della situazione attuale forse anche il presidente del Consiglio ne ha piene le scatole”.

E non è il solo a pensarla così, anche se le ‘veline’ fatte uscire su giornali e agenzie –“la Lega continua a lavorare ad ogni livello per un cessate il fuoco. Dialogare con Putin per fermare la guerra non è un diritto, ma dovrebbe essere un dovere di tutti” – vorrebbero far pensare ad un sostegno unanime a Matteo Salvini. La sintesi invece di quanto sta accadendo all’interno del partito verde probabilmente la si trova nel virgolettato di un parlamentare leghista che ha preferito restare anonimo: “Gli sta crollando lentamente il terreno sotto i piedi e allora si agita, ma più si agita e più affonda…”. Parole che sembrano mettere una pietra tombale sull’operato di Salvini. Cosa aspetta dunque GG a “mollare” Salvini e dar vita ad una destra moderna e occidentale?

È tutt’altro che una scelta condivisa quella dell’ex ministro dell’Interno, che ultimamente pare non ‘azzeccarne’ una: l’ala governista costituita da Giorgetti, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga ha scelto per ora la via del silenzio in pubblico, ma è chiara l’indignazione. Il mancato invito a Fedriga alla convention romana del partito ne è un lampante esempio. I responsabili Sicurezza ed Esteri, Borghi e Quartapelle, a proposito del viaggio a Mosca di Salvini, parlano di “scenario inquietante” e chiedono al leader leghista di chiarire “al Presidente del Consiglio, al Parlamento e agli italiani la natura della propria iniziativa”. Anche tra i fedelissimi del ‘Capitano’ serpeggia un certo malcontento: non pochi cominciano a dare al segretario del Carroccio dell’ingrato, oltre che dell’egocentrico. Rumors che fan capire che la stella del ‘capitano’ si è eclissata.

Eh eh, “la lega è in crisi di leadership”, l’osservazione mordace di Paolo Damilano, che soltanto qualche mese fa era il candidato sindaco leghista a Torino e ora lascia il centrodestra. I tempi cambiano e Salvini se ne sta piano piano rendendo conto.