“Cari omosessuali non siete normali”. Le sparate del generale Vannacci. Deve dimettersi

“Da uomo di destra considero tutto questo una vera vergogna. Il generale Roberto Vannacci, ex capo dei paracadutisti della Folgore e attualmente alla guida dell’Istituto Geografico Militare, dovrebbe dimettersi immediatamente. Le sue gravissime e inaccettabili dichiarazioni – ‘Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!’. E poi, attacchi al femminismo, all’ambientalismo, ai migranti e a chiunque vorrebbe farci credere che le razze non esistono (come riportato da Repubblica) – violano l’articolo 54 della nostra Costituzione. Pertanto, la sua permanenza alla guida dell’istituto non è compatibile con il ruolo che ricopre e con le leggi dello Stato Italiano. Le folli tesi esposte da Vannacci in un libro da lui stesso prodotto e messo in commercio rappresentano un segno della degenerazione culturale di una certa destra e dimostrano la sua infedeltà ai valori fondanti della nostra Repubblica. Altro che patriottismo, questo è tradimento”, così il leader della Buona Destra Filippo Rossi sulle dichiarazioni del generale Roberto Vannacci.

Ed ecco quindi che i clandestini, nelle tesi del generale, diventano dei “delinquenti e stupratori per antonomasia” – un tono che farebbe invidia a molti polemisti da tastiera. E non dimentichiamoci della sua “analisi” sulle razze, che sembra essere uscita direttamente da un manuale di pseudoscienza del XIX secolo.

Ma il colpo di grazia arriva quando Vannacci, in un tentativo audace di svuotare il significato della parola “normalità”, dichiara che viviamo in una “dittatura delle minoranze”, in cui i “normali” sono relegati al ruolo di vittime impotenti. Ah, le minoranze, quelle terribili creature che osano rivendicare diritti umani e uguaglianza! Un’idea così innovativa che sembra aver spiazzato tutto il pensiero politico moderno.

Un saluto alla diversità, alla tolleranza e al progresso, che sembrano essere sacrificate sull’altare del “culto della Patria, della Nazione, del cameratismo, della bandiera, del suolo e degli avi”. Una visione così originale e rivoluzionaria che ci chiediamo come mai nessuno ci avesse mai pensato prima.

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E come se non bastasse, Vannacci sembra essere profondamente preoccupato che le sue parole possano essere mal interpretate. Quindi si affretta a specificare che si dissocia da qualsiasi “atti illeciti possano da esse (interpretazioni del testo) derivare”. Un gesto di preoccupazione o una mossa preventiva per proteggersi da eventuali conseguenze legali? Lasciamo che siano i lettori a decidere.

Tra le sue stravaganti riflessioni sulla legittima difesa e le sue teorie sulle coppie omosessuali, Vannacci ci offre anche una panoramica sulla sua profonda disapprovazione per l’ambientalismo. Secondo il Generale, l’inquinamento è colpa dei paesi poveri, perché, si sa, chiunque si trovi in difficoltà finanziarie decide di inquinare il mondo solo per il gusto di farlo.

Il nuovo libro del Generale Vannacci è un mix esplosivo di retorica estrema, pensiero antiquato e un linguaggio che rasenta il ridicolo. La sua incursione nella saggistica politica potrebbe far storcere il naso a molti, ma ciò che è certo è che ha creato un’opera che, nonostante tutte le sue bizzarre idiosincrasie, lascerà sicuramente una traccia nel mondo delle idee, per quanto controversa possa essere.