Cara Giorgia, non prenderci in giro: se sei atlantista basta estremismi

Per una volta lo si può anche dire: brava Giorgia Meloni. Le recenti dichiarazioni della leader di FdI sono assolutamente apprezzabili e in linea con i valori della destra nei quali Buona Destra si riconosce. Schierarsi con Kiev, con la Nato e con l’Occidente è un imperativo morale prima che politico, storico prima che strategico. E non ha nulla a che fare con le alleanze elettorali.

Se alle parole e alle promesse di affidabilità seguissero i fatti, sarebbe di sicuro una preoccupazione in meno per un’Italia a guida sovranista.

Ma visti i precedenti, e la continua presenza tra le fila del partito di elementi al limite del neofascismo, è dura fidarsi. Resta infatti molto da chiarire, anche sul fronte delle relazioni internazionali. Cosa ne sarà delle amicizie impresentabili con Orban, Bolsonaro, LePen, Trump e lo stesso Putin? Quale futuro aspetta i già difficili rapporti con Matteo Salvini che, almeno per ora, non sembra possa o voglia liberarsi del suo passato imbarazzante? Resta poi la macchia dell’antieuropeismo, dalla quale FdI non appare distanziarsi. Noi staremo a vedere, senza fare sconti, aspettando che Giorgia Meloni decida se vuole davvero traghettare il suo partito in una prospettiva istituzionale oppure rimanere una forza populista che vive all’opposizione sul malcontento degli italiani. Per adesso non sembra che essere un contentino elettorale per mettere buoni gli elettori di centrodestra che temono il cappotto. Ancora lontana dalla sufficienza…