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Boris Johnson, quando la cattiva destra prova a diventare buona

Boris Johnson si è dimesso travolto dagli scandali, credeva che il Regno Unito fosse nelle sue mani dopo avere condotto il Partito conservatore alla vittoria nelle ultime elezioni politiche e invece le reiterate bugie rifilate un po’ a tutti e il comportamento eccessivamente disinvolto non gli “hanno lasciato scampo”. Le dimissioni presentate dai ministri più importati del suo governo seguite da quelle di parecchi collaboratori e di autorevoli diplomatici lo hanno messo davanti ad una scelta inevitabile e ora i Tories dovranno eleggere un altro leader che sarà chiamato a guidare il nuovo esecutivo di Sua maestà. Boris Johnson è stato un Primo Ministro anomalo che è riuscito a scalare le gerarchie della politica inglese solo grazie al vento sovranista e populista che ha soffiato con grande forza in Europa tra il 2015 e il 2020. Un politico opportunista che ha più volte modificato opinione con un solo scopo, raggiungere il potere e il numero 10 di Downing Street.

Anne Applebaum ci racconta nel suo libro “Il Tramonto della Democrazia” di avere incontrato Johnson a Bruxelles (da ragazzo aveva studiato ad Oxford con suo marito, allora Eurodeputato) quando era l’inviato di un importante giornale inglese e che in quella occasione aveva manifestato tutta la sua fiducia nell’europeismo e nella Unione Europea. Ma Boris ci ha abituato a improvvisi cambi di opinione, nel 2008 si era infatti espresso a favore di Obama durante le elezioni presidenziali americane per poi fare “marcia indietro” quando il leader Democratico aveva manifestato la sua contrarietà alla Brexit. Quella Brexit che Johnson aveva promesso di combattere a David Cameron sino a cambiare di nuovo idea quando comprende che l’uscita del Regno Unito dall’Unione poteva aprirgli la strada per Downing Street.

Secondo molti analisti politici la Brexit non ci sarebbe mai stata se Johnson non si fosse schierato con lei, senza crederci neppure troppo ma solo per sfruttare circostanze a lui favorevoli. E poi da Ministro degli Esteri del Governo di Theresa May ha boicottato l’approvazione parlamentare della Brexit solo per sostituire il Primo Ministro; un “bugiardo matricolato” senza una visione politica di ampio respiro. Ha cercato di rimediare con l’acquisto dei vaccini per il Covid 19 e con la difesa ad oltranza dell’Ucraina nella guerra contro la Russia ma è stato travolto dalle sue bugie, dai party privati organizzati violando le stesse regole che il suo governo aveva approvato e per ultimo difendendo il vice/capogruppo alla Camera del Partito conservatore che da ubriaco aveva molestato due uomini, anche questa volta dicendo un “sacco di bugie”.

Boris ce l’ha messa tutta, ha provato pure a trasformare la sua “cattiva destra” in una “buona destra” ma alla fine è stato “cacciato”dai suoi stessi compagni di partito che non ne potevano veramente più di un bugiardo seriale completamente inaffidabile. E il fatto che un uomo del genere abbia lasciato un’impronta indelebile nella recente storia inglese deve farci riflettere tutti con molta attenzione…