A maggio il tasso di occupazione alberghiera nel capoluogo partenopeo ha raggiunto il livello record del 91%, ben al di sopra del 79% di Roma e del 77% di Firenze.
I dati dell’Osservatorio Confindustria Alberghi fotografano lo stato di salute del comparto turistico cittadino, letteralmente preso d’assalto da turisti italiani e stranieri ed i numeri per il mese di giugno dovrebbero confermare il trend di crescita. Una autentica boccata d’ossigeno per l’economia locale, ancora alle prese con la depressione post covid ed atavicamente stretta nella morsa del disagio sociale, acuito dall’emergenza criminale fortemente presente al centro come nelle periferie.
Ma se il turismo rifiorisce gran parte del merito è da ascrivere all’abilità ed alla tenacia degli operatori del settore ed alla brillante intuizione di far riscoprire il patrimonio artistico-culturale napoletano, con la promozione di tour guidati capaci di far percepire ai visitatori quella che il giornalista e scrittore Pietro Treccagnoli ha definito “la pelle di Napoli ” in un bellissimo libro.
Il turismo rifiorisce nonostante il pessimo livello dei servizi, con il comparto dei trasporti messo per l’ennesima volta in ginocchio dallo sciopero dei taxi e dal caos in aeroporto, con decine di voli cancellati all’hub di Capodichino e forti disagi per centinaia di persone.
Insomma, Napoli prova a ripartire ma la classe politica non riesce ad accompagnare questo processo di crescita ed appaiono disarmanti le parole del Sindaco Manfredi che, anziché comunicare un piano anti-traffico, si limita a solidarizzare con i cittadini.
Fino a quando avremo una classe dirigente che invece di pianificare e programmare il futuro delle città, continuerà a gestire passivamente l’ordinaria amministrazione, non ci sarà alcuna speranza di riscatto economico e sociale sui territori.