Blogger negano la violenza sulle donne ma la Lega li invita in audizione in Senato

A quale forza politica potevano appartenere gli ispiratori di un’audizione in Senato di blogger che negano i femminicidi e la violenza di genere, nonché gli organizzatori, lo scorso 14 giugno, di un convegno dal titolo “Alienazione, estraniazione o rifiuto immotivato del genitore: realtà e ideologia a confronto”?

Manco c’è bisogno di dirlo. La Lega ha invitato in audizione in commissione Giustizia al Senato, presieduta dal salviniano Andrea Ostellari, i due animatori del blog antifemminista La Fionda, Davide Stasi e Fabio Nestola, famosi come negazionisti dei femminicidi, teorici del relativismo della violenza di genere e domestica e sostenitori della “strumentalità” delle denunce presentate dalle donne contro uomini violenti.

Insomma, un bel quadretto vergognoso, quando in Italia i numeri dicono che ogni anno muore quasi una donna al giorno, uccisa da marito , fidanzati o compagno che sia. Ancora più vergognoso che i blogger de La Fionda siano stati ascoltati nell’iter che dovrebbe portare all’emanazione di un nuovo pacchetto di norme contro la violenza di genere. Va bene tutto, ma cosa poteva aggiungere il punto di vista di chi tale violenza la nega al punto di derubricarla ad “accuse false”?

Per capire su che campo ideologico si muovono Nestola e Stasi – ideatore del progetto “Stalker sarai tu”, ora “sospeso per ragioni personali – basta leggere la descrizione  de La Fionda: “Portale di analisi critica sul politicamente corretto, il femminismo e la teoria queer”. Non solo. Come riporta Il Domani, il 30 aprile scorso, Stasi scriveva a proposito del femminicidio che “l’obiettivo delle forzature è, naturalmente, quella di far apparire il genere femminile come vittima preponderante, oggetto di una persecuzione mortale messa in atto dal genere maschile, e per raggiungerlo si creano giri concettuali e di parole formidabili, non di rado mettendo sotto tortura numeri e statistiche”. Relativizzazione della portata del fenomeno dei femminicidi, dunque, ma anche le “false accuse” lanciate agli uomini – che a loro avviso vengono poi sempre assolti – da donne brutte e cattive. Come la madre della piccola Elena Del Pozzo, uccisa in Sicilia dalla donna che l’ha generata. “Previsione: massimo primo pomeriggio fioccheranno articoli di giustificazione – scrive La Fionda -. Depressione postpartum ritardata, sindrome mestruale, temporanea incapacità di intendere e di volere o, meglio ancora, depressione causata da un uomo, che dunque sarà il vero colpevole. Scommettiamo?”.

Durante l’audizione Stasi e Nestola si sono chiesti se “una legge del genere è davvero necessaria, dato che un intervento legislativo di questo tipo non ha nessuna ratio perché orientato alla difesa del genere femminile soltanto”. Hanno sottolineato, poi, come le denunce per violenza finiscano spesso nel nulla e che le proposte di legge sulla violenza di genere servano solo a “sovvertire una realtà che reale non è perché basata su forzature. Tali norme incentivano una caccia al maschio”. Diventa difficile anche commentare a fronte di tali affermazioni.

Nestola e Stasi in Senato in realtà c’erano stati già di recente, lo scorso 14 giugno, quando La Fionda era stata invitata a partecipare al convegno “Alienazione, estraniazione o rifiuto immotivato del genitore: realtà e ideologia a confronto” organizzato da un altro pezzo da 90 della Lega, quel senatore Simone Pillon che non ha bisogno di presentazioni ma che è relatore di provvedimenti importanti come il testo sul fine vita.

L’indignazione per la quantomeno inopportuna audizione leghista l’ha sollevata la senatrice del Pd Valeria Valente, che in un lungo post Facebook ha spiegato come a suo parere l’audizione fosse inadeguata ai provvedimenti in discussione, viste le precedenti dichiarazioni di Stasi e Nestola. “Con una donna ammazzata quasi ogni giorno solo nelle ultime due settimane è già discutibile il fatto che siano state augite persone che negano il fenomeno della violenza di genere – scrive Valente -, sostenendo che invece il tema siano le denunce false con cui le mogli cercano di incastrare i mariti da cui si vogliono separare e dipingendoli come le vittime vere della violenza domestica. Ma ancor più grave è il fatto che, nel caso di Nestola e Stasi, siamo di fronte a persone che attraverso i loro blog e il loro profilo social inneggiano alla violenza e all’odio contro le donne e per questo, infatti, sono stati più volte denunciati. Personaggi noti per gli insulti irripetibili e per le offese a tante donne, tra cui parlamentari e rappresentanti di associazioni e centri anti violenza. Dare loro parola in una sede pubblica, proprio sui disegni contro la violenza di genere, è davvero inaccettabile. Una scelta grave è tanto pericolosa per le donne”. Sull’episodio è intervenuta anche Donatella Conzatti di Italia Viva. “È incredibile – afferma – che il presidente della commissione Giustizia del Senato, il leghista Ostellari, abbia scelto di audire chi continua a proclamare il complotto dei dati e della propaganda riguardo alla violenza contro le donne”.

Pillon si difende dalle accuse – la Valente lo aveva chiamato in causa direttamente – ma difende gli amici blogger negazionisti della violenza di genere e ribadisce il loro diritto a parlare di “false denunce”. Anche Stasi e Nestola hanno replicato alla senatrice dem. “Kapò femministe con evidenti problemi di gestione della rabbia e dell’odio – scrivono riferendosi alla Valente – che hanno pubblicato sbrodolate psichiatriche di protesta e indignazione» e si lamentano di essere vittime di una rete che permette all’attivismo più livoroso e fuori controllo di trovare agenti attivi direttamente nelle istituzioni”. Chiacchiere a parte, la gravità dell’iniziativa leghista resta.