È sempre istruttivo ascoltare il professor Luciano Canfora parlare della invasione in Ucraina. Dopo i profughi scambiati per passanti e le vittime civili del regime russo considerate dei casi isolati, il dotto grecista si lancia in una profonda analisi di politica interna spiegandoci che Giorgia Meloni è una neonazista nell’anima e beccandosi pure una querela.
“Non vedo nello schieramento politico del nostro Paese forze capaci di dire voglio capire. Anche la terribilissima e sempre insultata leader di Fratelli d’Italia, trattata di solito come una mentecatta, pericolosissima, siccome essendo neonazista nell’animo si è subito schierata con i neonazisti ucraini è diventata una statista molto importante ed è tutta contenta di questo ruolo. Non fa parte della maggioranza di governo attuale ma è una pedina esterna molto comoda per dimostrare che il Paese è unito”, dice Canfora agli studenti.
Ora, a parte i complimenti che si possono rivolgere al fine intellettuale per l’idea che ha dell’insegnamento e di come forgiare giovani menti, nella dichiarazione c’è un po’ tutto l’inconscio represso e il rimosso della sinistra comunista. La convergenza con il regime russo nell’idea che l’invasione della Ucraina sia una operazione, come la chiamano, di “denazificazione”, propaganda della quale Canfora con la scusa di offrire ‘un’altra spiegazione’ del mondo, si fa megafono nel nostro Paese.
L’idea che la politica italiana sia fatta di “pedine” mosse, evidentemente, dal burattinaio yankee, anche se l’accusa resta rivolta a mezz’aria come se ci fosse una non meglio identificata spectre che controlla l’arco costituzionale; e dunque il solito fritto misto, anzi marcio, di complottismo e antiamericanismo. Niente di nuovo sul fronte della nostalgia sovietica, verrebbe da dire. Peccato però che le frange del neonazismo italiano, tipo quelle che vanno dipingendo la famigerata Z di qua e di là nel nostro Paese, stanno con Putin. Insomma la pensano come Canfora!
